Alserio dà l'addio a Gianpiero Vicini
Decenni d'impegno sociale e politico
Dalla Resistenza al Pci al Pd, fino a Comune di Cernobbio e Pro Loco alseriese
Vicini, nato ad Albavilla nel 1930, negli anni Quaranta partecipò, ancora giovanissimo, alla Resistenza. Poi una lunga militanza nel Partito comunista, nel sindacato Cgil (Confederazione generale dei lavoratori italiani) e nell'Anpi (Associazione nazionale dei partigiani d'Italia). Nel 1958 si laureò in ingegneria industriale al Politecnico di Milano; seguirono nel 1959 il matrimonio con Maria Teresa Bellosi, morta alcuni anni fa, e la nascita del figlio Nicola.
Come ingegnere ha lavorato per anni nel settore della geotecnica, nell'Impresa Lavori Sottosuolo di Cantù, prima come impiegato nella direzione cantieri e poi come direttore tecnico. Per diversi bienni fu presidente del Collegio degli ingegneri di Como. Il suo impegno pubblico non si fermò solo agli aspetti correlati alla sua professione, ma spaziò in diversi campi dell'amministrazione pubblica: dal 1976 fu membro del consiglio d'amministrazione dell'ospedale di circolo di Cantù e tra il 1984 e il 1985 fu presidente dell'Azienda canturina servizi municipali.
A livello politico, in questi anni, Gianpiero Vicini fu consigliere comunale a Cantù e nella seconda metà degli anni Novanta ricoprì la carica di assessore esterno nel Comune di Cernobbio, nella giunta del sindaco Giulio Isola. Negli anni la sua militanza politica si adattò alle trasformazioni della sinistra italiana e divenne sostenitore del Partito democratico.
Nel 1995, ormai in pensione si trasferì ad Alserio. Mise a disposizione dell'associazione "Manuel Rumi" per la realizzazione di pozzi idrici in Africa la sua passione e le sue conoscenze tecniche, entrando nelle scuole per spiegare ai bambini il ciclo dell'acqua e la costruzione dei pozzi.
Tra il 2005 e il 2007 fu presidente della Pro Loco di Alserio, in un periodo di transizione. «In un momento in cui nessuno voleva impegnarsi personalmente» - racconta l'attuale presidente, Lino Buonavita - «ha saputo mettersi a disposizione».
«Da destra a sinistra era riconosciuta la sua onestà intellettuale» - ricorda il figlio - «Da lui ho ricevuto la passione per la natura ed è riuscito, assieme alla mamma, a trasmettermi i valori nei quali hanno creduto».
Simone Rotunno
© RIPRODUZIONE RISERVATA