Cronaca / Lago e valli
Sabato 14 Gennaio 2012
Teresio Olivelli, futuro beato
Domani il ricordo di Tremezzo
Doppio appuntamento commemorativo del "ribelle per amore"
Alle 10.30 verrà posata una corona d'alloro al monumento che ricorda la figura dell'eroe, con commemorazione da parte delle autorità civili e delle rappresentanze dei comitati regionali e provinciali delle associazioni partigiane; dalle 11 don Giuseppe Notari celebrerà una messa. Non potrà essere presente il parroco, don Luca Giansante, impegnato per un'altra cerimonia religiosa a seguito dell'unificazione pastorale fra Tremezzo e Griante.
La causa di beatificazione sta seguendo un processo secondo i canoni della Chiesa e l'istruttoria, seguita dalla diocesi di Vigevano (pavia), è da alcuni anni a Roma. La comunità di Tremezzo, nel frattempo, ha dedicato al martire partigiano il parco pubblico a lago e gli ha intitolato il rinnovato salone del teatro parrocchiale, utilizzato per incontri, concerti e spettacoli.
Teresio Olivelli, "il Kolbe della Resistenza, medaglia d'oro al valor militare, sottotenente della divisione "Tridentina", si era sacrificato nel campo di concentramento nazista di Hersbruck, sotto le fruste degli aguzzini, pur di portare aiuto e conforto a altri come lui che erano perseguitati.
Era nato a Bellagio il 7 gennaio 1916, aveva frequentato il liceo di Vigevano, poi era passato all'università di Pavia come studente in giurisprudenza, ospite del collegio "Ghislieri", e ne era diventato rettore nel 1943. La sua formazione spirituale era avvenuta sul Lario presso lo zio, don Rocco Invernizzi.
Si era arruolato nel 1940, partecipando alla campagna di Russia, e nella ritirata aveva portato in spalla un giovane soldato ferito. Nel 1943 era di nuovo al "Ghislieri" e l'8 settembre venne catturato dai fascisti. Evaso dal carcere, era entrato nelle formazioni delle "Fiamme Verdi" della Resistenza, movimento clandestino dei cattolici. Sua era stata l'idea di fondare il foglio "Il Ribelle", ma il 27 aprile 1944 venne nuovamente catturato a Milano e deportato jel campo di Flossenburg (ove morì il fratello di Sandro Pertini) e poi in quello di Hersbruck.
Il giorno di Natale, mentre assisteva un moribondo, venne ferocemente colpito con un calcio al ventre dai nazisti. Aveva passato gli ultimi giorni della sua vita in preghiera, sempre lucidissimo, e prevedendo la fine aveva chiamato un detenuto e gli aveva fatto dono dei suoi vestiti. Era spirato il 17 gennaio 1945, un venerdì, a soli 29 anni.
Marco Luppi
© RIPRODUZIONE RISERVATA