Cronaca
Venerdì 25 Maggio 2012
Anovo a Saronno, si discute
una proposta di salvataggio
Si è fatto avanti il gruppo Deles, l'alternativa per scongiurare il fallimento è la creazione di un'impresa sociale con il sostegno della Regione
Il gran rifiuto
L'azienda di via Banfi, che pure aveva ben sopportato il calo di domanda determinato dalla recessione mondiale, è finita in ginocchio quando, nel luglio 2011, la Anovo Sa, società transalpina già in amministrazione controllata, è stata acquisita da un fondo d'investimento. La nuova proprietà non ha rilevato la filiale italiana, dove lavoravano 253 persone, ed ha perciò reso inesigibile un maxicredito, si tratta di diversi milioni di euro, che la sede di Saronno vantava nei confronti della casa madre.
La crisi finanziaria in poche settimane ha portato alla messa in liquidazione ed al fallimento dell'azienda, con la concessione ai dipendenti di un anno di cassa integrazione. Al momento, però, essa non è ancora stata versata.
Ora come ora all'Anovo lavorano una ventina di dipendenti, che mantengono operativo uno dei sei reparti. Da questa minima produzione dovrebbe ripartire l'azienda; le strade individuate dal curatore fallimentare sono due.
La proposta Deles
La prima passa dall'acquisizione dell'azienda da parte del gruppo Deles, storica azienda nata proprio a Saronno negli anni Cinquanta, che si occupa d'imballaggio, logistica e servizi integrati e che vorrebbe aggiungere proprio un servizio, in Lombardia, come quello fornito da Anovo.
«Ci eravamo già fatti avanti in fase di liquidazione, ma il progetto non si era concretizzato» - spiega l'amministratore delegato di Deles, Stefano Scaroni - «Ad oggi nel nostro piano industriale abbiamo previsto l'ingresso nel settore in cui opera Anovo. Ci piacerebbe farlo valorizzando il patrimonio professionale di quell'azienda».
La proposta di Deles è stata esposta ieri ai lavoratori, che assieme alle parti sociali sono chiamati ad esprimersi in merito.
L'alternativa sociale
L'altra proposta è la creazione, con il sostegno della Regione, di un'impresa sociale. Sarà illustrata alle maestranze lunedì mattina, in una seconda riunione.
«La decisione finale spetta al curatore fallimentare» - spiega Valentino Ceriani, sindacalista della Fim (Federazione italiana dei metalmeccanici)-Cisl - «I lavoratori potranno però valutare le due opzioni ed esprimersi su quale ritengono migliore».
Sara Giudici
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