Cronaca
Mercoledì 04 Luglio 2012
Colpi un prete con un casco
a Saronno: trovato e denunciato
È il padre di un ragazzino che frequenta l'oratorio del quartiere Matteotti
L'episodio
Alle 16.40, nel cortile dell'oratorio di via Torricelli, sono entrate due persone in motorino. Una delle volontarie ha raggiunto i due e li ha invitati ad allontanarsi, in quanto non è consentito entrare prima della fine della giornata dell'oratorio feriale.
La richiesta della donna ha mandato su tutte le furie il passeggero: sceso dal ciclomotore e tolto il casco, ha cominciato ad urlare. Tra le imprecazioni ha spiegato di essere il padre di un bimbo che si era intrufolato nell'oratorio pur non essendo iscritto e di essere venuto a riprenderselo, ed è avanzato per avvicinarsi ai bambini, mentre l'amico sul ciclomotore usciva dal cortile.
L'aggressione
A questo punto è intervenuto don Luciano e con fermezza ha spiegato al papà che nella struttura non c'erano bimbi "non autorizzati" e che per questo era meglio che lui uscisse. L'uomo, preso il casco che aveva sul braccio, lo ha colpito più volte.
Il sacerdote si è protetto il volto con le braccia, ma l'uomo ha continuato a colpire con foga. In aiuto del religioso sono arrivate altre volontarie; insieme, non senza fatica, le animatrici ed il sacerdote sono riusciti a spingere l'aggressore fuori dall'oratorio.
Vista la mala parata, il saronnese è risalito sul motorino guidato dall'amico e si è dileguato. È intervenuta un'autoambulanza; solo don Luciano è ricorso alle cure del pronto soccorso, anche se alcune volontarie hanno riportato contusioni.
«Non generalizziamo»
I carabinieri sono riusciti a risalire all'identità dell'esagitato papà e lo hanno denunciato. Il sacerdote non ha sporto querela.
«È la prima volta che mi accade un episodio del genere» - commenta il religioso, a Saronno da febbraio dopo una lunga permanenza in Perù - «L'aspetto più grave è che sia avvenuto davanti ai bambini».
Don Luciano tiene però a rivolgere un messaggio alla parrocchia ed alla città: «Non sono allarmato, né spaventato. Chiedo a tutti di evitare ogni facile generalizzazione: il nostro è un quartiere come gli altri, con tanta buona gente».
Sara Giudici
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