Morto Vincifori,
fotografò la fine del duce

Suoi gli scatti del cadavere di Mussolini e dei gerarchi sul camion diretto a piazzale Loreto

MEZZEGRA Sono stati celebrati ieri nella monumentale chiesa di Sant’Abbondio i funerali di Ugo Vincifori, 96 anni, il fotografo di Azzano che nei giorni dell’epilogo del fascismo era riuscito a scattare alcune immagini del camion con i cadaveri dei gerarchi fucilati a Dongo nel tempo di fermata nell’attuale piazza 28 Aprile 1945, proprio davanti al suo negozio, per caricare i corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci prima di raggiungere piazzale Loreto a Milano.
Nei giorni successivi, Vincifori, uomo mite e di buon carattere aveva ritratto l’interno della camera di casa De Maria dove il duce e la sua compagna avevano trascorso l’ultima notte.
«Immagini che hanno fatto il giro del mondo insieme a quelle - ricorda lo scrittore milanese con casa sul Lario, Pierangelo Pavesi - che documentano la cattura del comandante della Muti, Francesco Colombo nei pressi di Ponte Ronconi, tra Cadenabbia e Menaggio».
Nel momento in cui il camion con i corpi ammucchiati, scortato da partigiani con il mitra spianato aveva raggiunto l’allora piazzetta di Azzano, Ugo Vincifori dapprima si era rifugiato all’interno del suo negozio, poi era riuscito a fissare sulle lastre alcuni particolari tra i quali la pozza di sangue che continuava a espandersi, proveniente dal cassone del veicolo.
Nonostante fosse in possesso di immagini storiche del tutto esclusive, Ugo Vincifori non era diventato né ricco né famoso e con puntualità tutte le mattine per tanti anni era andato a aprire il negozio in piazzetta. Poi aveva lasciato l’attività e nei locali era subentrato l’emporio di mobili tuttora esistente. Per l’età avanzata un po’ di anni fa si era trasferito nella casa di riposo Villa Stefania di Sala Comacina, amorevolmente assistito dalle suore e dalla figlia che tutti i giorni andava a trovarlo.
«Era una gran brava persona - ricorda il parroco don Luigi Barindelli - e non ha mai reagito di fronte alle duplicazioni delle sue fotografie effettuate da persone poco scrupolose. Quando ha lasciato l’attività mi ha donato alcune preziosissime lastre 18 per 24 che conservo con cura. Quale ricordo dell’uomo e per doverosa riconoscenza da parte della comunità, in coincidenza con i funerali, ho pensato di collocare una delle foto di maggior valenza storica sul portale della chiesa».
Un segno di simpatia per dire, grazie Ugo.
Marco Luppi

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