Abbadia, il ragazzino rimasto nel lago
Condizioni ancora gravi ma è vivo

Trovato dopo 40 minuti, caricato in elisoccorso e trasportato all’ospedale San Gerardo che è dotato della macchina per la Ecmo

All’ospedale di Monza si sta tentando l’impossibile per salvare la vita al ragazzino di origini straniere ripescato ieri pomeriggio dopo circa 40 minuti dalle acque del lago, nella zona del molo di Abbadia, dopo un tuffo. Riportato a riva da due sommozzatori privati, recuperati al Moregallo e portati sul luogo dell’incidente dai carabinieri, smentendo le previsioni più disfattistiche il ragazzino ha dato segni di ripresa grazie alle manovre rianimatorie praticate sul posto dai soccorritori. Caricato in ambulanza, il giovane è poi stato trasferito sull’elisoccorso e così trasportato all’ospedale di Monza.

Il tentativo è quello di ripetere il miracolo di Michi, il bambino di 14 anni rimasto intrappolato per 43 minuti nelle acque del naviglio grande, nei pressi di Castelletto di Cuggiono nel Milanese, il 24 aprile scorso, rianimato grazie alla tecnica della Ecmo, ossia l’ossigenazione extracorporea a membrana, utilizzata in ambito di rianimazione per trattare pazienti con insufficienza cardiaca e/o respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento farmacologico e medico convenzionale.

L’ospedale di Monza è il più vicino dotato del macchinario per effettuare questo tipo di pratica. Il ragazzino, 17 anni, casa a Civate, è ancora attaccato al macchinario, in gravi condizioni tanto che i medici si riservano la prognosi. Ma il fatto che abbia passato la notte è visto come un segnale positivo, che induce a un cauto ottimismo.

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