Accendono il camino
Quattro case bruciate

Notte di Natale con un incendio di cinque ore a Sormano. Distrutti gli appartamenti e tutto quello che era all'interno

SORMANO Mentre molte famiglie aspettavano la mezzanotte per scartare i regali e scambiarsi gli auguri, in paese ben quattro appartamenti erano avvolti dal fumo e gli occupanti preoccupati e speranzosi che il rogo fosse domato il più in fretta possibile. Il Natale di via Rompiano è passato guardando i pompieri all’opera. Sul tetto della palazzina infatti non è calata la slitta di Babbo Natale, ma dallo stesso camino dove sarebbe passato è partito un fuoco in grado di divorare 180 metri quadrati di tetto, bloccato solo dal pronto intervento dei vigili del fuoco che hanno riversato sulle case circa 15 mila litri d’acqua.
La notte del 24 la famiglia di Marco Favalli è arrivata a Sormano, nella propria seconda casa, non riuscendo a far partire il riscaldamento si è deciso di accendere il fuoco del camino. A quel punto lo spostamento in centro. Dopo poco guardando verso l’abitazione da sotto, il complesso residenziale è sopra una collina, l’amara vista di un tetto in fiamme. Subito la telefonata ai vigili del fuoco, giunti sul posto da Canzo e Como, con due mezzi, e da Erba, con uno. L’intervento prende avvio, tra molte difficoltà, poco dopo le 20. Primo grosso problema incontrato dai mezzi di soccorso l’assenza di una strada di collegamento, anche solo per le emergenze, tra l’ingresso del residence e la palazzina in fiamme. I mezzi hanno dovuto sostare sullo spiazzo e solo grazie a duecento metri di tubi le varie cisterne hanno raggiunto il fuoco. Riversate sul tetto 15 mila litri d’acqua. Il lavoro svolto, ben cinque ore dopo l’arrivo sul posto, alla una passata, dava i suoi frutti portando allo spegnimento delle fiamme.
Il computo finale parla di tre appartamenti inagibili, due senza tetto il terzo sommerso dall’acqua, e un quarto messo non certo bene. I danni sono ingenti. Fortunatamente erano tutte seconde case. Ma chi aveva portato i regali di Natale ha visto andare tutto distrutto.
Giovanni Cristiani

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