Accoltellò un uomo
«Volevo difendermi»

Ieri in video conferenza dal carcere l’interrogatorio di Michele Valsecchi di Calolzio: «Picchiato da 3 persone»

Un tentativo di difendersi da un’aggressione subita. Così si è difeso durante l’interrogatorio di garanzia Michele Valsecchi, 25 anni di Calolzio, accusato di tentato omicidio perché ritenuto essere il responsabile dell’accoltellamento di un trentacinquenne di Civate, avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì 23 dicembre nel rione di Maggianico a Lecco, all’esterno di un bar di via Michelangelo.

Figlio di quello Stefano Valsecchi che a settembre ha sparato e ucciso Salvatore De Fazio a Olginate, Michele Valsecchi è stato arrestato il giorno della vigilia di Natale in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Affiancato dal proprio avvocato Marcello Perillo, lo stesso che difende suo padre dall’accusa di omicidio, e collegato in video conferenza dal carcere di Pescarenico, dove ha passato il Natale, Valsecchi ieri mattina ha risposto alle domande che gli sono state poste dal gip Paolo Salvatore e dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso. «Innanzitutto – spiega l’avvocato Perillo – chiarisco il fatto che ha raccontato la vicenda per come l’ha vissuta lui, fornendo esattamente la stessa versione che aveva già reso ai carabinieri di Calolzio la sera stessa dell’accoltellamento in modo spontaneo. Infatti, inizialmente era scappato, ma poi, ha contattato i carabinieri dicendo loro che stava andando a presentarsi in caserma».

Secondo quanto riferito a Gip e Pm dallo stesso Valsecchi, durante la serata si sarebbe accesa una discussione con altri ragazzi presenti in via Michelangelo: «Lui era insieme a un amico, quando ha avuto una questione con 3 o 4 persone di un’altra compagnia con cui si conoscevano di vista. Probabilmente tutto è partito da una battuta capita male. Ha detto di essere stato gettato per terra da uno di loro e che poi lo stavano picchiando in tre. Sentendosi sopraffatto, ha reagito con una coltellata per difendersi. Inoltre, ha detto di non aver capito chi aveva colpito. Una volta che si è liberato è scappato».

Ha poi motivato il fatto di avere con sé un coltello spiegando che lo utilizza per la pesca e che quindi lo ha sempre con sé dato che va tutti i giorni a pescare.

Nelle prossime ore la difesa valuterà le prossime mosse: «Leggerò gli atti – continua l’avvocato Perillo - per andare a fondo degli elementi in nostro possesso e delle dichiarazioni rese dai testimoni oculari, che non sono tutte coincidenti».

Le testimonianze raccolte dai carabinieri tra gli amici dell’uomo accoltellato, infatti, restituiscono un racconto differente, in cui non ci sarebbe stato questa aggressione 3 contro 1, ma un diverbio finito con la coltellata.

La difesa si muoverà anche per far revocare o alleggerire la misura cautelare in carcere: «Valuterò bene – conclude - il capo di imputazione di tentato omicidio che non mi convince. Sceglierò poi tra andare al Tribunale del Riesame o fare un’istanza per la riduzione della misura cautelare».

Nel primo caso le tempistiche potrebbero essere di una quindici di giorni prima di un’eventuale udienza al Riesame. Intanto, le indagini proseguono per accertare quanto realmente accaduto.

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