Adesso Rumi batte cassa
Nuova causa al Sant’Anna

L’ex primario pretende che l’ospedale si accolli i quasi 900mila euro
spesi dal medico per difendersi nel processo in cui è stato condannato

Pallottoliere alla mano, il professor Angelo Rumi si è messo a fare due conti. Dunque: spese legali, qualche cosa meno di un milione di euro. Stipendi arretrati, poco meno di mezzo milione di euro. Danni biologici, da quantificare. Ha quindi riposto il pallottoliere e si è rivolto al Sant’Anna: pagare, grazie. Rischia di essere un conto salatissimo quello che l’ex primario di chirurgia A ha compilato, destinataria l’azienda ospedaliera di via Napoleona. Dopo mesi di apparente quiete, il medico condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi di reclusione (pena che non sconterà mai, vista l’ormai imminente prescrizione) per aver causato la morte di sette pazienti finiti sotto il suo bisturi, è tornato a far la voce grossa nei confronti dei suoi datori di lavoro. E, per tramite del suo legale, ha presentato un lungo e documentato ricorso al giudice del lavoro che sfocerà in un’udienza il 12 gennaio prossimo.
In estrema sintesi il medico comasco trapiantato a Pavia, e protagonista del processo per le morti sospette in corsia, chiede al giudice Beniamino Fargnoli di condannare il Sant’Anna ad aprire i cordoni della borsa e a provvedere al pagamento di una serie di spettanze pretese dal professionista. E, in particolare: 881mila euro per spese legali e costi per le consulenze peritali pagati dallo stesso Rumi per difendersi in primo grado dall’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Massimo Astori. Il pagamento (non quantificato nel ricorso) degli arretrati trattenuti dall’azienda ospedaliera di via Napoleona per tutti gli anni di sospensione del suo dirigente.

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