Affari d’oro usato
ma non per chi vende

Sempre più comaschi vendono i gioielli di famiglia

Figli della recessione. La crisi che galoppa li ha fatti nascere come funghi, soprattutto nelle zone della periferia cittadina. Sono circa 5 i negozi di compravendita di oro, quasi tutti in franchising, aperti negli ultimi anni.
La corsa all’oro è arrivata anche qui: quella dei commercianti che aprono negozi per l’acquisto di oggetti di valore e quella dei comaschi che, loro malgrado, li vendono in cambio di contanti, spesso per pagare i debiti o arrivare la fine del mese. Così passano di mano piccoli tesori, dal valore più affettivo che economico e che finiscono malinconicamente in un negozio dai locali angusti, arredato di una semplice bilancia e di un vetro blindato per evitare rapine.
La gente che entra nei "compro oro" comaschi è variegata: immigrati, persone indigenti, pensionati e giovani precari che incappano in periodi di magra, magari brevi, ma frequenti. Lo conferma Fabio Lombardi, nel settore da dieci anni e titolare del negozio "Monte dei pegni" a Como: «Viene chiunque, ma posso con certezza affermare che il 60% sono famiglie in difficoltà. Una percentuale sempre più crescente, costituita quasi sempre da donne. Sono infatti le madri e le mogli che prendono le redini in questi casi. I signori si vergognano, si sentono sconfitti e umiliati>.

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