Al ristorante, paga la Regione
Chiusa l’inchiesta sui rimborsi

Quattro consiglieri comaschi coinvolti nello scandalo rimborsi. La Procura: «Spesi 3,4 milioni» - Avviso di chiusura indagini a Pozzi, Bianchi e Gaffuri, il recordman è Rinaldin: 81.357 euro

La Procura della Repubblica di Milano ha chiuso l’inchiesta aperta nei confronti di 55 ex consiglieri regionali lombardi, di nove ex assessori e di un collaboratore del consiglio accusati di peculato per le presunte spese ”pazze” rimborsate, con denaro dell’erario, dal Pirellone.

I soldi pubblici che sarebbero stati illecitamente “bruciati” ammonterebbero a 3,4 milioni di euro, più o meno equamente spartiti tra tutti gli indagati, figli”minori” - secondo la Procura di Milano - di quel Franco Fiorito che in Regione Lazio, a Roma, scoperchiò il pentolone dello scandalo rimborsi salvo poi finire condannato, lo scorso maggio, a tre anni e quattro mesi de detenzione.

Tra coloro cui è stata notificato l’avviso di chiusura dell’indagine, ci sono quattro volti conosciuti della politica comasca. Si tratta del consigliere di Vercana Dario Bianchi, 55 anni (Lega Nord), dell’ex assessore regionale Pdl Giorgio Pozzi, 58 anni, di Mariano Comense, di Gianluca Rinaldin, ex enfant prodige della politica berlusconiana locale, 39 anni, residente a Faloppio, e di Luca Gaffuri (Pd), 48 anni, all’epoca capogruppo in Regione, oggi “soltanto” consigliere.

Fuori dai confini della Provincia, meritano una citazione il lecchese Stefano Galli, 58 anni, che a Como fu commissario straordinario della Lega, il leghista milanese Davide Boni, 52 anni, il “trota” Renzo Bossi, 26 anni di Gemonio, Massimo Guarischi, milanese, un altro berlusconiano della prima ora, Nicole Minetti, riminese di 29 anni, l’ex assessore regionale all’Ambiente Franco Nicoli Cristiani, bresciano di 72 anni, e il lecchese di Bellano Ugo Parolo, 50 anni.

Nel dettaglio: a Dario Bianchi si contesta un peculato per 19.409 euro, a Rinaldin 81.357 euro, a Pozzi 5.855, a Gaffuri 10.360 euro.

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