Albergo dei Forni, lo stop della Curia
«Va coinvolta la soprintendenza»

Da Milano la risposta alla lettera di Marelli sulla trattativa in corso a Cantù: «Non ne sapevamo nulla. È una struttura soggetta a verifica di interesse culturale»

Sulla vendita dell’albergo dei Forni la Curia non è stata informata. Così l’ufficio dell’economo della stessa Curia arcivescovile di Milano ha risposto alla segnalazione del ragionier Serafino Marelli in merito alle voci della trattativa in atto tra i gestori della Casa Albergo dei Forni e la Parrocchia canturina di San Paolo.

«La ringrazio per la documentazione ricevuta in Curia che ben illustra la storia e la rilevanza dell’Albergo dei Forni - risponde a Marelli l’economo diocesano - Premetto che l’Ufficio di Curia preposto alle istanze del tipo segnalato non è l’Ufficio dell’Economo diocesano bensì l’Ufficio Parrocchie tramite il referente assegnato alla zona pastorale 5 - che è quella di Monza - e che l’eventuale iter autorizzativo è di competenza dell’Ufficio autorizzazioni amministrative».

«In ogni caso - aggiunge -, in risposta alla sua comunicazione, la informo che ad oggi non risulta alcuna segnalazione alla parrocchia, né come richiesta di autorizzazione né come corrispondenza o richiesta preliminare, in merito a ipotetica cessione dell’immobile in oggetto. Tra l’altro, trattandosi di immobile soggetto a verifica di interesse culturale ogni eventuale operazione sarebbe soggetta al parere della Soprintendenza competente».

Ieri nei bar della città non si parlava d’altro, soprattutto dell’esiguità della cifra base della trattativa: 450mila euro che è parsa a tutti poco remunerativa per un edificio di ben settanta stanze posto su un’area di oltre 40mila metri quadrati in un luogo topico del Parco Nazionale dello Stelvio, situato a 2.200 metri di quota in uno scenario incantevole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA