Alpinisti morti, papà denuncia
«Lasciati soli in Perù»

Peppo Broggi è sulle Ande per riportare a casa il corpo del figlio

E critica la gestione dei soccorsi

«Tutta la mia gratitudine va alle guide alpine dell’Operazione Mato Grosso. Perché, se fosse stato per le istituzioni, Enrico sarebbe rimasto ancora su quella montagna».

Peppo Broggi è il papà di Enrico Broggi, 29 anni, di Cantù. Uno dei due alpinisti - l’altro è il concittadino Matteo Tagliabue, 27 anni - morti sull’Alpamayo.

Papà Broggi si trova in Perù. Attende di ritornare con il suo ragazzo, recuperato dopo 26 giorni da una cordata locale legata al mondo degli oratori. E portato all’obitorio di Huarez per l’autopsia.

«Purtroppo, sulla data di rientro, non so niente di preciso - dice - Non mancherò di comunicarla quando riusciremo a sapere qualcosa. Intanto posso comunque anticipare una considerazione».

«Queste persone dell’Operazione Mato Grosso sono gente bravissima - continua Broggi - bisogna darsi da fare per raccogliere fondi per loro. Per quantificare questa vicinanza. Da buon brianzolo, mi piacerebbe che pubblicaste su La Provincia al mio ritorno, non appena arriverò a casa, il numero di conto corrente per le donazioni. Se non fosse stato per loro, Enrico sarebbe ancora lì. Altro che le istituzioni. È la dimostrazione che al mondo esiste gente valida».

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