Alpinisti, recupero difficile
Per Matteo tomba in Perù

Le guide bivaccano a 5mila metri per agire in sicurezza

Tagliabue espresse il desiderio di una sepoltura in montagna

Stanno rischiando la vita le guide peruviane, costrette a fermarsi per una notte sull’Alpamayo, a 5mila e 500 metri di quota: impegnate nel recupero dei due corpi degli alpinisti canturini, con il pericolo di improvvise valanghe, al termine di un’intera giornata di operazioni hanno bivaccato nelle tende, nella speranza che le condizioni del ghiacciaio consentissero, l’indomani, di avventurarsi oltre per proseguire la loro missione.

Sono passati due giorni e almeno una notte e non vi è alcun esito, per il momento, dei tentativi messi in atto dalla squadra per riportare a valle le salme di Matteo Tagliabue, 27 anni, e Enrico Broggi, 29 anni.

Con maggiore precisione è stata definita la distanza tra i due ragazzi di Cantù: non cento metri, come si era detto nei giorni scorsi, ma sessanta.

Si apprende inoltre che a famiglia Tagliabue, sembrerebbe intenzionata a dare sepoltura in Perù a Matteo, il quale in vita aveva espresso la volontà, in caso di incidente mortale in montagna, di rimanere nel luogo della tragedia.

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