Tre anni dal crollo
«Ma il nuovo ponte
è terra di nessuno»

La cerimoniaSergio Redaelli e la pista incompiuta «Se investiranno qualcuno ricomincerà il rimpallo»

Una ciotola di ciclamini – bianchi e rossi, attorniati dal verde delle foglie – è stata deposta ieri sul ponte a scavalco della statale 36 ad Annone, nel terzo anniversario del crollo del quale è rimasto vittima Claudio Bertini, 68 anni, di Civate (e altri automobilisti furono feriti).

Il vaso è stato posizionato in una rientranza di quella che avrebbe dovuto essere la pista ciclopedonale progettata lungo il nuovo cavalcavia, inaugurato lo scorso primo luglio, ma senza ultimarla. Così, nel giorno della commemorazione, proprio sotto gli occhi dei famigliari del morto, è andato in scena il rimpallo delle responsabilità.

«Non è cambiata la testa»

«È stato ricostruito il ponte, ma non è cambiata la testa», ha affermato Sergio Redaelli «amico carissimo» di Bertini che, dopo avere posato i fiori e partecipato al momento ufficiale, ha additato il tratto di ciclopista incompiuto: «Abbiamo davanti agli occhi l’ennesimo esempio di come non sia cambiato nulla. L’opera è stata realizzata a metà: che cosa significa lavorare così, lasciando il ponte senza il percorso protetto per le biciclette? E se verrà investito un ciclista? Andremo a cercare nuovamente di chi è la colpa?». I sindaci presenti – di Annone, Cesana e Suello, oltre che di Civate – e l’ex presidente della Provincia, Flavio Polano, in carica all’epoca del crollo, hanno chiamato in causa Anas; quest’ultima, però, era stata subito chiara nel dire, all’indomani dell’inaugurazione, che la ciclopista sarebbe rimasta preclusa da cancellate finché «gli enti locali» non avessero «eseguito i raccordi».

«Dobbiamo battere i pugni»

Per l’amministrazione provinciale attuale, però (ieri, assente dalla cerimonia) «non ci sono i soldi e non spetta alcuna opera».

Per Polano «tuttora non è stato accertato nemmeno di chi è il ponte». Per il sindaco di Cesana, Eugenio Galli, «non è tra le nostre priorità un tratto di ciclabile di raccordo col ponte, a spese comunali». Per il collega Patrizio Sidoti, di Annone «il progetto, noi, l’abbiamo ma la costruzione comincia di là dal ponte». Per Polano «occorre riportare al tavolo tutti gli enti, anche la Provincia e, quanto ad Anas, andare uniti a Roma».

Per Redaelli, «è inconcepibile che si debbano intraprendere azioni così e occorra battere i pugni per ottenere che un’opera pubblica sia realizzata dal principio alla fine, come si deve, poi mantenuta sicura ed efficiente». Secondo Sidoti e il sindaco di Suello, Carlo Valsecchi «qui il problema è anche che, appena tagliato il nastro, è cambiato il ministro: ognuno che arriva ha la sua visione e le sue sensibilità».

Sidoti ha aggiunto che «il predecessore di Danilo Toninelli non voleva nemmeno le ciclabili: nelle prime fasi, il governo sosteneva di non dover spendere soldi per opere aggiuntive rispetto alla ricostruzione pura e semplice. Nel prosieguo, si è cominciato a dire che era più importante Genova e, per il nostro ponte, c’è stato addirittura il timore che non venisse più rifatto». Polano ha ricordato: «A oggi, qui, non si sa ancora neppure di chi è la proprietà».

Nel breve discorso commemorativo, Sidoti ha concluso: «Tra noi amministratori, almeno, ognuno nel proprio ambito, diamoci l’impegno di creare i presupposti per cambiare le cose». Augusta Brusadelli, vedova di Claudio Bertini, ha quindi comunicato di «essere disponibile ad accettare la proposta che il nuovo ponte venga intitolato alla memoria di Claudio», avanzata proprio dal sindaco di Annone, nei mesi scorsi.

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