Bobo compie 35 anni
Sergio Staino oggi a Lecco

A Palazzo Falck per “Leggermente” uno dei maestri della satira

“Perché va bene la crisi della famiglia, la caduta delle grandi speranze, la fine dell’utopia, l’epoca delle passioni tristi, lo scontro generazionale, il conflitto tra i sessi, la mercificazione dell’eros e la nostalgia del futuro, ma quando uno (e soprattutto una) ha finito di leggere questo libro si ritrova addosso un’imprevedibile voglia di vivere, e di crederci, e di farcela”.

Lella Costa introduce così “Stainoterapia dell’amore”, il libro che Sergio Staino, il papà di Bobo, presenta oggi alle 18 a Palazzo Falck, in piazza Garibaldi, nell’ambito di “Leggermente”. Con lui Vittorio Colombo, responsabile del quotidiano “La Provincia di Lecco”, e Antonio Silva, storico presentatore del Premio Tenco.

Bobo - che compie trentacinque anni - è un’icona della sinistra italiana sin dai tempi del Pci, Staino una delle penne più brillanti della satira di questi decenni tra Prima e Seconda Repubblica. Ma stavolta la politica sembrerebbe restare sullo sfondo: le strisce di “Stainoterapia” indagano i rapporti di coppia, quelle meravigliose incomprensioni tra un uomo e una donna.

“Ragazze, fidatevi: Sergio Staino è un mago dell’understatement, un campione del low profile, un genio del marketing – continua Lella Costa -. Insomma, in genere uno (soprattutto una) vede Bobo, legge le sue avventure e i suoi sproloqui, ne apprezza l’ironia e ancor di più l’autoironia, si commuove per le disarmanti dichiarazioni di amore e fedeltà (a Bibi ma anche agli amici, agli ideali, ai principi, alla memoria e al senso dell’umorismo, valore assoluto e non negoziabile), si identifica, ride (a volte a denti un filo stretti, ma tant’è), pensa, prova ammirazione e gratitudine, perdona e si perdona e addirittura a volte si convince che non tutto è perduto, che possiamo ancora farcela, che comunque vale la pena provarci”.

Storie che fanno bene, quelle di questo libro. “Storie vere, quotidiane, condivisibili – scrive Lella - e insieme uniche, speciali, fantastiche. Sono una “traduzione leggendaria” (non è mia, è di Mario Perniola, ma l’ho adottata perché mi piace da matti) della vita di tanti di noi. Storie serie e sorridenti, malinconiche e grottesche, benedette da un tocco lieve e precisissimo, da un’ironia affettuosa e costante, da un’intelligenza talmente acuta da potersi permettere la semplicità, da un fatalismo amabilmente mediterraneo e da un’intensa “tenerezza internazionale” (neanche questa è mia, è di Paolo Conte, ma ho idea che a Bobo potrebbe piacere, e a Sergio di sicuro)”.

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