Borrelli: «Misure più dure
se il virus riparte»

Il capo della Protezione Civile: «Risolto il problema dei tamponi»

C’è in corso un attento monitoraggio.Ed è previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus». Così il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha risposto in Commissione Affari Costituzionali a chi gli chiedeva quali potessero essere gli sviluppi della Fase 2.

Misure che, ha aggiunto Borrelli, «con i giusti comportamenti, tutti ci auguriamo che vengano limitate al massimo e annullate».

Capitolo mascherine. Su 52 contratti per la fornitura di 354 milioni di mascherine, il Dipartimento della Protezione Civile ne ha annullati 13 per un totale di 37 milioni di dispositivi. Fin dall’inizio dell’emergenza sono state riscontrare «notevoli difficoltà» per reperire i dispositivi. Da un lato, affermato Borrelli, «è mancata una produzione nazionale», dall’altro, «la situazione dell’epidemia nel mondo ha bloccato la possibilità per i paesi maggiormente produttori (India, Turchia, Cina in un primo momento, Russia, Romania) di esportare tali prodotti. A questo va aggiunta «l’improvvisa chiusura del traffico aereo internazionale» dopo la dichiarazione dell’Oms di pandemia, «tanto che il Governo ha impiegato i velivoli dell’Aeronautica militare».

E poi Borrelli ha parlato di tamponi. «Su tamponi e test non posso dare elementi, attengono al contenimento del virus. La carenza di tamponi è stata evidenziata verso fine marzo, ora non c’è più. La politica sui tamponi? Ci sono i criteri indicati fin dall’ inizio dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la circolare del 3 aprile del ministero della Salute, che ha la responsabilità della prevenzione. I tamponi vanno fatti con priorità a sanitari, pazienti ospedalizzati e a coloro i quali hanno sintomi» ha specificato.

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