Burocrazia lentissima
Raitre accusa Como
L’assessore non ci sta

L’avvocato Dalla Chiesa a “Presa diretta”: «Undici mesi per ottenere il permesso di un’insegna»: Marco Butti: «Avevano dimenticato di risponderci»

«A Como ci abbiamo messo undici mesi per avere l’autorizzazione e mettere un’insegna». A dirlo, all’interno del programma “Presa diretta” in onda sui Rai tre, è Carlo Dalla Chiesa, socio fondatore di Ostello Bello. Motivo?

«Ci sono state le elezioni – continua l’imprenditore ai microfoni Rai - è cambiato il governo della città, si sono modificati alcuni ruoli e diversi uffici sospendono la loro attività». Non ultimo, il cambio di deleghe fra un assessorato e un altro può aver intralciato il percorso della richiesta fatta dall’Ostello Bello Lake Como di via Rosselli.

La ricostruzione, però, è bene dirlo subito, è contestata dall’assessorato al Commercio del Comune, il quale fornisce tempistiche e responsabilità differenti.

La puntata, intitolata “Burocrazia al potere”, ha proposto un viaggio nel mondo degli uffici pubblici illustrandone sia i pregi sia le criticità. La parte dedicata all’Ostello Bello, società nata nel 2010 a Milano e oggi in grado di contare otto strutture, una trentina di premi vinti e più di mille posti letto, verte sulle difficoltà di soddisfare tutte le richieste burocratiche da parte di una realtà economica. Un impiego di tempo, soldi ed energie spesso frustrante.

Dietro la lavagna, a causa dell’insegna, ci va la nostra città. L’assessore al Commercio Marco Butti, documenti alla mano, spiega però come la situazione non sia com’è stata raccontata in tv. «Ho chiesto una verifica agli uffici – ribatte – e la vicenda è andata in modo diverso. Le carte dimostrano come Ostello Bello abbia fatto domanda a fine giugno dello scorso anno. Dopo pochi giorni, il Comune ha risposto chiedendo alcune richieste d’integrazione: nessuno di loro ha mai risposto a questi quesiti. Di conseguenza, la pratica è stata chiusa, ma non è responsabilità del Comune. Sono tornati il 20 ottobre per presentare la domanda e, in questo caso, in meno di novanta giorni, per la precisione il 15 gennaio, gli uffici hanno rilasciato l’autorizzazione».

Un tempo, almeno agli occhi di un profano, comunque ragguardevole. Certo, non sono i trecentotrenta giorni denunciati a Presa diretta. «Abbattere la burocrazia è un mio obiettivo – continua – per questo, ho massima disponibilità verso tutti. Fosse andata davvero così, sarei stato il primo a essere imbufalito. Ma, se ci fossero state criticità e le avessero segnalate, sarebbero stati ascoltati come chiunque».

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