Bus ai privati, una torta da 4 milioni l’anno

Al Comune di Como nel 2017 riconosciuti 740mila euro dai dividendi di Asf Autolinee E una consulenza fatta da Spt sulla partecipazione degli enti pubblici valuta la società di via Asiago 36 milioni

È una partita da 36 milioni di euro quella che si giocherà questa estate sul futuro di Asf Autolinee e sul ruolo degli enti pubblici nella società di trasporti comasca. A tanto - stando a una consulenza chiesta da Spt Holding, la Spa di proprietà del Comune di Como, Cpt, Provincia di Como e Provincia di Lecco - ammonta il valore della società di via Asiago. Questo significa che la fetta di Palazzo Cernezzi vale poco meno di sette milioni di euro.

Cessione, pro e contro

Nei giorni scorsi la possibilità di dare il via libera a Spt Holding di cedere - in tutto o in parte - le proprie quote in Asf, ha iniziato ad animare il dibattito all’interno della maggioranza che governa il Comune cittadino. Da un lato l’assessore Adriano Caldara (che sul tema non si pronuncia ufficialmente, ma che sembra favorevole alla vendita) con Forza Italia e Lega, dall’altro Fratelli d’Italia, non così convinti della bontà dell’operazione.

A spingere il Comune a valutare la cessione, a un anno dalla nuova gara d’appalto per la gestione del trasporto pubblico a Como e non solo, il possibile conflitto d’interessi tra il doppio ruolo come soggetto coinvolto direttamente nella gara e proprietario di una della società concorrenti. Conflitto d’interessi che, stando alla valutazione fatta fare da Spt Holding alla società farePA srl, in realtà non ci sarebbe. Ma tanto è bastato perché si iniziasse a parlare della possibile vendita. La decisione del Comune rischia di essere vincolante sul futuro della presenza pubblica in Asf: l’amministrazione provinciale di Como ha infatti già deliberato la vendita, con il sì del Comune i soci di Spt Holding favorevoli a cedere la società sarebbero esattamente il 50%.

Il timore in seno a Fratelli d’Italia è che procedere con una simile decisione a ridosso della scadenza dell’appalto per il trasporto pubblico possa portare una svendita delle quote in possesso del Comune. Che, al contrario, qualora Asf dovesse riaggiudicarsi il servizio acquisirebbe ulteriore valore. Lo scorso anno la società guidata - ancora per poco da Annarita Polacchini ha staccato un dividendo di 4 milioni di euro, pari a un introiti di poco meno di 700mila euro per le casse di Palazzo Cernezzi. Ma ciò che più conta, fanno notare i contrari all’operazione, è il controllo del pacchetto di maggioranza della società.

Il ruolo dei privati

Omnibus Partecipazioni srl, la società partecipata alla pari da Arriva Italia Srl e da Ferrovie Nord Spa, detiene il 49% di Asf. È, dunque, a un passo dalla maggioranza che significa anche potere decisionale.

La cessione integrale delle quote, inoltre, porrebbe anche un enorme quesito sul futuro di Spt, che si troverebbe a essere quasi esclusivamente una società di gestione immobiliare tra l’altro con una gestione dei contratti d’affitto che è in capo ad Asf.

I fautori della vendita, dal canto loro, fanno notare però come la cessione comporterebbe comunque un vantaggio patrimoniale immediato, che per l’intera Spt Holding potrebbe tradursi in un introito fino a 18 milioni di euro, sette dei quali destinati a Palazzo Cernezzi. Dove la giunta Landriscina dovrebbe discutere dell’ipotesi già nelle prossime settimane.

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