Carlo Bianchi dimenticato
Il pittore beffa il partigiano

Inverigo: la toponomastica si fa gioco dell’eroe fucilato a Fossoli dai nazisti

Al suo posto navigatori, “Tutto città” e persino l’Inps indicano Mosè, l’artista

Inverigo ha riscoperto Carlo Bianchi. Ma il “partigiano-ingegnere” continua ad essere bistrattato a livello di toponomastica.

Infatti alcuni cittadini inverighesi hanno approfondito la conoscenza storica grazie allo spettacolo teatrale proposto venerdì scorso dalla biblioteca e dall’amministrazione comunale. E hanno scoperto che per i navigatori, per i “Tutto città” e persino per alcune istituzioni (come l’Inps) la via dedicata in località Romanò all’eroe della Liberazione (venne fucilato a Fossoli dai nazi-fascisti il 12 luglio 1944), appare intitolata a Carlo Mosè Bianchi. Che di lavoro non faceva l’ingegnere, bensì il pittore.

Provare per credere. Basta impostare su un qualsiasi smartphone via Carlo Bianchi ad Inverigo che compirà subito la piantina (esatta, questa) ma con il nome Carlo Mosè Bianchi. E lo stesso discorso vale per gli indirizzi della maggior parte delle aziende che sono localizzate sull’arteria, dove si trova anche la biblioteca: appare sempre Carlo Mosè Bianchi.

Un refuso che mette assieme l’ingegnere milanese, che nel 1935 fu costretto a “sfollare” a Villa Romanò dove aveva trasferito un’attività di cartotecnica, con la quale diede lavoro a molti inverighesi, e il pittore monzese quasi omonimo. Quest’ultimo, tra l’altro, morì nel 1904 quando Carlo Bianchi non era ancora nato (vide la luce a Milano nel 1912).

Un refuso nel quale sono caduti anche diversi organi istituzionali, come l’Inps che nelle comunicazioni che invia agli inverighesi, indica la fantomatica via Carlo Mosè Bianchi.

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