«Christo sull’Iseo?
Como deve svegliarsi
o resterà indietro»

Barbara Minghetti, presidente del Teatro Sociale, sull’installazione che è diventata un caso mondiale e le ambizioni turistiche del nostro territorio

Barbara Minghetti, sulle rive del lago d’Iseo la passerella di Christo, sulle rive del lago di Como le paratie e l’unica novità degli ultimi anni - il monumento di Libeskind - è stata accolta sì ma ha suscitato anche molte polemiche. Dove abbiamo sbagliato?

Un po’ d’invidia è ragionevole. Però credo che quella capitata a Sulzano sia una opportunità particolare, un’occasione magnifica che non succede tutti i giorni. Se posso permettermi è un colpo di fortuna, certo, poi occorre essere bravi per fare in modo che i colpi di fortuna vadano in porto. Ma questa resta un’iniziativa privata, scelta, voluta dall’artista e pagata di tasca sua. Però il fascino dell’installazione è grande, penso proprio che ci andrò. Noi nel mentre possiamo organizzare un tour guidato delle paratie... scherzo, qualcosa per preparare il campo all’arrivo di eventi di simile rilevanza possiamo farlo. A proposito di privati facoltosi sulle rive del lago di Como abitano molti personaggi di grande influenza, dovremmo incontrare e coinvolgere i proprietari di queste splendide ville, oltre a pilastri come villa Carlotta, villa Fogazzaro e al Balbianello, per chiedere loro se hanno l’interesse, la sensibilità e la passione per aiutare la città a promuovere iniziative di ampio respiro.

L’invidia e la fortuna, del resto il piccolo lago d’Iseo attende un milione di visitatori in sole due settimane.

Come possiamo fare di meglio?

Secondo me un passo ulteriore da fare è pensare ad una cabina di regia. Creare un gruppo di lavoro che approfondisca la tematica del turismo e della vita culturale a Como. Tutti insieme, attori economici, amministratori, albergatori, liberi pensatori, eccetera. Questa è un’idea che racconto da tempo e che ho già ripetuto alle autorità cittadine, tornerò presto alla carica. Il perché è semplice: se si vuole incrementare l’attrattività del lago soltanto un piccolo festival non basta, anche se interessante e con dei protagonisti di livello internazionali. Servono più leve che insieme aumentino la capacità di seduzione del territorio. Intendo dire che la bellezza del lago, i panorami, devono muoversi insieme alla navigazione, alle gite in battello e a quelle in bicicletta, ad un evento a Bellagio, ad un concerto musicale in città, il tutto associato magari ad un appuntamento culinario in più ristoranti e ad una grande mostra artistica. Ecco, così si affascinano i turisti. Però serve il gioco di squadra, formando un luogo dove si riuniscano le forze capaci di creare una progettualità per Como. Non un carrozzone o l’ennesimo ente istituzionale per gli amici degli amici, ma un contenitore trasparente e responsabile.

Per rafforzare la vocazione di Como, un territorio sempre più turistico. Tornando al lago d’Iseo, ci sono altri buoni esempi da cui prendere spunto?

La passerella di Christo non basta, serve un lungo e meditato cammino, non un singolo e pur bellissimo avvenimento. E con tutto il rispetto per altri luoghi ed altri laghi, Como è bella, parte avvantaggiata, possiamo riuscirci. Per esempio mi stupisco sempre di Bregenz, in Austria, una piccola cittadina affacciata sul lago di Costanza, è davvero un posto brutto e sperduto, poco ammaliante. Eppure in una manciata di anni questo comune ha costruito un festival davvero spettacolare attorno a cui ruota tutta l’economia del paese e che calamita pubblico da mezza Europa. Grazie a questo evento hanno inaugurato un nuovo teatro, uno spazio per le mostre artistiche, sono cresciuti in numero gli alberghi e i ristoranti, sono stati lungimiranti e coraggiosi.

Ci sono altri esempi illuminati da cui Como potrebbe prendere ispirazione?

Il coraggio e la lungimiranza dimostrata da Bregenz non è un caso unico. Torino, per esempio, ha saputo cambiare pelle, in dieci anni la città dell’auto si è riconvertita completamente, è sotto gli occhi di tutti, adesso è un centro con un grande fermento culturale. Questa però è stata una scelta che l’intera città ha preso, come sistema, non è una svolta intrapresa da singoli attori. Oggi Torino vive di musica, di teatro, di festival, di jazz e cinema, il lingotto è il luogo dell’arte. Adesso tanti turisti spendono i loro fine settimana nel capoluogo piemontese, cosa impensabile fino a qualche anno fa, nessuno faceva le vacanze in una capitale votata all’industria.

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