Cinghiali, record in Alto Lario
Mille abbattuti in cinque mesi

Nello stesso periodo nel Lecchese ne sono stati abbattuti soltanto 180. Gli animali in dodici anni hanno causato danni per 1,2 milioni alle coltivazioni e sono un pericolo sulle strade

Quasi mille cinghiali abbattuti in provincia di Como nel, giro di soli cinque mesi. Dal 1° giugno ad oggi sono esattamente 915 i capi abbattuti: 755 dai cacciatori (420 in Alto Lario, 230 nel comprensorio Prealpi comasche e 105 del comprensorio Penisola lariana); 160 li hanno abbattuti gli agenti di polizia provinciale.

Il raffronto con la provincia di Lecco la dice lunga su quanto sia attuale l’emergenza nel Comasco: 180 i capi abbattuti (60 dai cacciatori, 120 dalla polizia provinciale).

Per il consigliere regionale Dario Bianchi, i numeri relativi alla provincia di Como sono confortanti: «È un risultato importante che conferma la bontà dell’ approccio alla problematica cinghiale. Le strategie di abbattimento messe in atto da anni dalla Provincia e riprese quest’anno dagli uffici periferici regionali sono valide, nonostante il ritardo determinato dall’assessorato regionale sulla vicenda del rilascio dei tesserini. Basti pensare che in provincia di Lecco, dove l’emergenza non è numericamente inferiore, sono stati abbattuti nello stesso periodo meno di 200 cinghiali, due terzi dei quali in modalità di controllo da parte delle guardie venatorie».

In base ai dati forniti dalla Coldiretti di Como e Lecco, negli ultimi dodici anni ammontano a ben 1.200.000 euro i danni prodotti da fauna selvatica in provincia di Como: la gran parte da attribuire proprio ai cinghiali.

Impressionante il dato relativo agli incidenti stradali: nella nostra provincia, su un totale di oltre 300 sinistri annui rilevati sulle strade extraurbane, 60 sono causati da cinghiali, cervi, caprioli e altri animali selvatici.

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