Comaschi al mercato con le tasche vuote

Una mattina tra le bancarelle: è caccia ai prodotti che costano meno per tirare la fine del mese

«Le Borse oggi volano e siamo tutti contenti»: è 98% di ironia e 2% di sconforto la dichiarazione del libero professionista che se ne va per i fatti suoi in centro. Sono altre le borse che gli interessano, come quella della spesa, della scuola, del lavoro e degli occhi della sua signora, gonfi di preoccupazione. La borsa del mercato ambulante trisettimanale lungo le antiche mura, per esempio: è da sempre un termometro dell’umore dell’economia e del cittadino comasco e ticinese.
Bei tempi, quando arrivano i pullman da Lugano apposta per far la spesa al mercato di Como. Belli da sembrare inventati. E forse anche alla signora Alessandra sembrano belli i tempi in cui andava al mare: «Da quattro o cinque anni, non ci andiamo più - dice - ci limitiamo alle cose essenziali. Un tempo mi concedevo una gonna in più, un golfino in più. Adesso, ne faccio a meno. Mio figlio paga il mutuo per la casa, ma viene a mangiare da noi, per risparmiare qualcosa. Va così anche per le mie amiche e le loro famiglie. Questa crisi ci ha cambiati. Certo, ha cambiato il ceto medio al quale appartengo. I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Il ceto medio non ha più potere d’acquisto: è di questo che il Governo dovrebbe parlare, per provvedere».

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