Como, muro e paratie
Corte dei conti alla stretta finale

Attesa a giorni la conclusione dell’inchiesta

E Sacaim chiede altri soldi per il fermo cantiere

Occhio perché non è finita. Sul romanzone idraulico edil-contabile delle paratie, incombe l’esito dell’indagine avviata sotto la canicola del luglio 2013 dalla Procura della Corte dei conti della Lombardia.

Su «quel vostro muro», come lo definiscono a Milano in via Marina - sede degli uffici in cui lavorano i soli magistrati che in Italia mettano davvero i brividi, quelli che, se è il caso, condannano a risarcire il danno erariale di tasca propria - le indagini sarebbero agli sgoccioli, tanto che entro luglio, cioè tra una ventina di giorni, potrebbero essere trasmessi i primi avvisi di contestazione.

La notizia rimbalza da Milano dopo mesi di silenzio, e quando ormai si sospettava - o si auspicava, a seconda dei punti di vista - che gli accertamenti avviati un anno fa fossero in realtà finiti in una bolla di sapone.

Le ultime tracce di attività “sul campo” dei magistrati di Milano risalivano del resto allo scorso settembre, quando in una stanza messa a disposizione dal Comune, i pm ascoltarono la versione di Antonio Viola, ex funzionario comunale a riposo e quelle di altri dirigenti coinvolti (o travolti) dal maxi inghippo. Furono audizioni non assistite, cioè audizioni per le quali nessuno dei funzionari fu tenuto a richiedere l’assistenza di un legale. In quell’occasione Viola parlò per ore, regalando a chi lo ascoltava quella che è passata già alla storia come la più dotta ed elaborata lectio magistralis su iter e sviluppo del progetto più disastrato e contestato di sempre. In ballo, del resto, c’erano e ci sono un sacco di soldi, almeno 31 milioni di euro, tra i 12 con cui nel 2008 fu aggiudicata l’asta - e con i quali si riteneva all’epoca di poter dare corso a entrambi i lotti dell’intervento - e quelli per le successive perizie di variante, tutti destinati a Sacaim, impresa edile veneziana impantanata nell’impresa ma comunque molto ben retribuita, che a Como rimediò anche un appalto per la ristrutturazione della Camera di Commercio, e che insomma da queste parti un po’ di soldi li ha già messi da parte.

Sacaim vuole altri soldi

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