Como, palestre a pezzi
Ma si può far sport così?

Ottocento sportivi costretti ad allenarsi in strutture molto degradate: da Muggiò agli spazi in centro

Problemi in via Negretti e via Giulini. Il sindaco: «Palazzetto da demolire e per il resto pochi soldi»

Como

Tanti sportivi hanno il loro nome intrecciato con la città di Como dove, però, per i ragazzi è sempre più difficile trovare spazi per provare a giocare divertendosi o per cercare di coltivare il sogno di diventare campioni.

Sono circa 800 gli sportivi che frequentano il palazzetto di Muggiò, la palestra di via Giulini e la Negretti di via Partigiani.

Emblema dello stato dello sport a Como è il palazzetto di Muggiò (frequentato da 350 atleti a cui vanno aggiunti i 320 studenti della scuola Oliver Twist) ridotto in pezzi: dal tetto entra l’acqua, gli infissi non tengono e solo due giorni fa è crollato un grosso albero proprio sulla struttura. Solo per le spese di gestione costa al Comune 230mila euro l’anno, di cui 125mila euro per il riscaldamento (totalmente inutile visto che il calore si disperde immediatamente). Alcune società hanno trovato alternative e l’intenzione del Comune è quella di chiuderlo non appena sarà trovata una soluzione per il basket. Sul tavolo c’è l’opzione Palasampietro, ma il sindaco Mario Lucini dice che «sono in corso approfondimenti giuridico-amministrativi» per capire se il Comune può affittarlo andando così a chiudere Muggiò e risparmiando così parecchie decine di migliaia di euro. E per le altre palestre non ci sono soldi.

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