Como: paratie, un conto
pari a 50 secoli di esondazioni

Sul parapetto pilastrini per sorreggere lastre di acciaio che si apriranno “a libro”

Nel pavimento quando non servono. E i 31 milioni ci sarebbero bastati fino al 7014

Como

Abbandonata l’idea delle paratie completamente automatiche, messa da parte la novità delle barriere gonfiabili (ma è stata presa in considerazione seriamente), siamo arrivati alle lastre di alluminio. Il sistema di difesa dalle esondazioni è stato scelto definitivamente e progettato, da qualche tempo è noto che si tratta di panconi “a scomparsa”. I disegni, però, sono custoditi in cassetti accessibili a pochi in Comune (li ha ricevuti ovviamente l’azienda Sacaim) e i comaschi si chiedono come funzionerà il meccanismo che dovrà attivarsi in caso di rischio-esondazione.

Su questo aspetto possiamo dare finalmente qualche dettaglio in più. Salvo sorprese dell’ultimo secondo, per “mettere in moto” le barriere (verso i giardini e verso Sant’Agostino) basterà alzare appositi pilastrini posizionati sui parapetti; a quel punto le lastre si apriranno “a libro” e poggeranno sugli appositi sostegni. La caratteristica principale è che - quando non viene attivato - il sistema di difesa risulta “invisibile”. Panconi e sostegni, infatti, restano nascosti nella pavimentazione.

Resta un fatto: con i 31 milioni spesi per le paratie (cifra che potrebbe aumentare ancora) Como avrebbe potuto pagare i danni di mille esondazioni. E visto che il lago esce in media ogni cinque anni, i soldi sarebbero bastati fino all’anno 7014.

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