Como, pistola e passamontagna in testa
I carabinieri lo arrestano

Liborio Falcetta, 45 anni, comasco di via Di Vittorio, cliente discretamente assiduo del carcere del Bassone, arrestato nel luglio del 2005 dopo avere preso botte da un macellaio di Grandate che non ci stava a essere rapinato, e poi riarrestato nel 2011 per spaccio tra Camerlata e Prestino e qua e là per la provincia, dall’altra sera è dentro di nuovo, questa volta per un’ipotesi di tentata rapina azzardata al Cocktail and games, bar al civico 7 di via Varesina.

Lo ha arrestato l’equipaggio di una gazzella del Radiomobile dell’Arma che, tra le ombre dell’altra sera, risaliva verso Rebbio poco prima della mezzanotte.

I carabinieri lo hanno visto da lontano, mentre armeggiava con lo pseudo passamontagna riprodotto nella foto accanto, guardandosi attorno e senza accorgersi di loro, fermo sul marciapiede di fronte al locale. Della pattuglia si è accorto soltanto dopo essersi infilato il passamontagna in testa e dopo avere estratto la pistola e dopo aver mosso due passi verso l’ingresso del locale.

Allora ha gettato tutto in un cestino, l’arma e il copricapo, e ha cercato di tagliare la corda, anche se tre secondi dopo i militari gli erano già addosso. Epilogo giù in caserma, dove è stato possibile ricostruire qualche dettaglio.

Per esempio che, reduce da un’ultima condanna, Falcetta era agli arresti domiciliari con un permesso speciale per allontanarsi da casa in una fascia oraria compresa tra le otto del mattino e le 23, il tempo ritenuto necessario ad espiare la sua pena “affidato” in prova ai Servizi sociali del Comune di Como.

Così, oltre alla accusa di tentata rapina aggravata dall’utilizzo della pistola - finita anch’essa sotto sequestro benché finta, e priva del tappo rosso che avrebbe dovuto distinguerla da un’arma funzionante -, dovrà anche rispondere del mancato rispetto delle disposizioni del giudice.

Del resto era quasi mezzanotte, e avrebbe dovuto essere a casa da un po’.

Nei prossimi giorni sarà interrogato dal giudice delle indagini preliminari, per la cosiddetta convalida del fermo. Avrà la possibilità di spiegare la sua versione dei fatti, anche se appare scontata quantomeno la revoca dell’affidamento. Intanto procedono le indagini, che non sono finite.

Del resto, negli ultimi giorni, tra Rebbio, Prestino e Lazzago, carabinieri e polizia hanno avuto il loro bel daffare.

Tante rapine, forse anche qualcuna di troppo, pure più di quante sia lecito aspettarsi in un mese che - statisticamente - registra da anni un sensibile incremento di reati contro il patrimonio, dai soliti furti in abitazione alle incursioni armate nei supermercati della zona.

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