Como, si barricano in casa e minacciano
«Pronti a farci esplodere con il gas»

Arrestati dalla polizia due fratelli protagonisti di un “assedio”. Uno dei due avrebbe lanciato un coltello, obbligando gli agenti a ricorrere allo spray urticante

Como

Si barricano in casa minacciando di aprire il rubinetto del gas e di far saltare l’appartamento e la palazzina tutta. Poi, quando finalmente i poliziotti, al culmine di un’estenuante trattativa riescono a fare irruzione, loro li minacciano con coltelli da cucina, lanciandone addirittura uno all’indirizzo di un agente e costringendolo a ricorrere allo spray urticante.

Per questo episodio, due fratelli residenti in un condominio a Muggiò, sono stati arrestati l’altra sera dalle volanti della polizia con la duplice accusa di resistenza e minacce, al culmine di un assedio ad altissima tensione. Ieri mattina sono comparsi davanti al giudice del tribunale di Como per essere giudicati con rito direttissimo: il giudice ha convalidato gli arresti e ha stabilito che i fratelli, 34 e 31 anni, se ne stiano per il momento in carcere, come da richiesta della Procura in attesa del prosieguo del processo, aggiornato a martedì.

Di sicuro c’è che, in base a quanto ricostruito in aula, il bilancio della serata avrebbe potuto rivelarsi molto più pesante. Risulta che i poliziotti siano intervenuti su richiesta di alcuni residenti della palazzina, attorno alle 21.30, appena dopo che i due fratelli - questo è quanto ricostruito dagli agenti nelle loro relazioni, confluite nel capo di imputazione - avevano danneggiato inspiegabilmente il portaombrelli e la porta di ingresso dell’abitazione di alcuni vicini, in quel momento assenti, salvo poi minacciare con un coltello da cucina altri condomini intervenuti per calmarli.

Quando gli agenti sono arrivati in via Volpati, avevano già aggiunto minacce alle minacce, dicendosi pronti ad aprire il rubinetto del gas di casa e a fare esplodere il palazzo, tanto da costringere gli agenti a chiedere l’intervento dei vigili del fuoco, che pochi minuti più tardi provvedevano a chiudere l’erogazione del gas a tutto lo stabile. Nel frattempo, si erano rinchiusi in casa. Inutile tentare di “parlamentare”. Rifiutavano di aprire, anche al poliziotto che, con l’aiuto dell’autoscala dei pompieri, si era accostato alla finestra della cucina. Alla fine, tramite una finestra, gli agenti erano riusciti a entrare, temendo soprattutto per l’incolumità della madre dei ragazzi, che si trovava con loro: è stato a quel punto che - stanti sempre le testimonianze degli equipaggi - i fratelli si sono ulteriormente “accesi”.

Nel parapiglia successivo all’irruzione, il maggiore dei due avrebbe affrontato un poliziotto brandendo un coltello e promettendogli morte certa, ignorando gli inviti a calmarsi. Dopodiché glielo avrebbe addirittura scagliato contro, ad altezza d’uomo, mancandolo di un soffio.

È stato a quel punto che i poliziotti si sono visti costretti a ricorrere allo spray urticante per poter procedere all’arresto. Ieri mattina in tribunale l’epilogo, con la convalida degli arresti. La loro spiegazione? In pratica nessuna. Il fratello minore si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice, il maggiore si è limitato a sostenere davanti che all’arrivo delle volanti stava semplicemente litigando con il fratello.

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