Como, test del Dna sbagliato
Bimbo “perde” il padre

Sant’Anna condannato. Esame di paternità positivo. Tre anni dopo cambia

I giudici di Milano: risarcite i danni psicologici

Como

È stato suo padre per tre anni. Nessuno aveva alcun dubbio al riguardo: la madre, i nonni, il bimbo e pure i laboratori dell’ospedale Sant’Anna, secondo cui le probabilità che quell’uomo fosse il legittimo genitore erano del 99,9%. Poi, all’improvviso, tutto è cambiato. Anche il test del Dna. E il bambino ha perso il padre.

Il Sant’Anna e l’allora responsabile del laboratorio di genetica sono stati condannati dal tribunale civile di Como, sentenza confermata dalla corte d’Appello di Milano, a risarcire il danno psicologico subito da un ragazzo comasco e dalla madre. Una sentenza che apre uno squarcio sull’attendibilità dei test del Dna svolti agli inizi del Duemila dall’ospedale (era ancora in via Napoleona). Intanto il bambino diventato adolescente non si è ancora ripreso. Secondo i giudici «L’ospedale non aveva strutture tecniche idonee».

Ma i legali della famiglia chiedono un danno indipendente,

diverso dal biologico, per l’interruzione del vincolo parentale,

quasi come se il genitore non più padre fosse morto. Gli

avvocati della donna annunciano l’intenzione di portare il caso

in Cassazione.

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