Confessano due rapinatori
del benzinaio svizzero

Il movente dei due comaschi arrestati sarebbe dovuto a ristrettezze economiche

Dopo le iniziali reticenze, messi di fronte alle prove schiaccianti raccolte dagli inquirenti, durante gli interrogatori eseguiti nei giorni scorsi i due autori materiali della rapina del 30 marzo ai danni di una stazione di servizio di Novazzano (Ticino) hanno ammesso le loro responsabilità. Ad entrare nel negozio annesso ad un distributore di benzina di via Casate e a svaligiarlo sotto la minaccia di una pistola sono stati proprio loro, un comasco classe 1974 e un altro del 1980, finiti in manette poche ore dopo il colpo assieme ad altre quattro persone. D’altronde, gli elementi in mano agli investigatori coordinati dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas sono tanti e univoci. A partire dal veicolo usato per la rapina, una moto rinvenuta nel parcheggio della scuola dell’infanzia di Vacallo identica a quella ripresa dalle telecamere dell’area di servizio razziata. In più, al momento dell’arresto scattato in una palazzina di via Pizzamiglio a Vacallo dove c’era il covo della banda, i due malviventi indossavano ancora gli indumenti usati durante l’assalto. Non bastasse, nello stesso appartamento vacallese sono stati trovati i caschi e i guanti utilizzati per il colpo, nascosti in una borsa sportiva. La refurtiva sarebbe di 10 mila franchi e di circa 30 mila euro. È infine stata recuperata pure la pistola probabilmente brandita durante l’irruzione nel negozio annesso alle pompe di benzina. Ad indurre la coppia a macchiarsi della grave colpa sono state, come raccontato agli inquirenti, le ristrettezze economiche con le quali era confrontata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA