Consiglieri contro i tagli di Renzi
«Lo stipendio ce lo meritiamo»

I consiglieri regionali comaschi e la prospettiva di taglio delle indennità.

«Guardi, le dico la verità, da imprenditore che sospeso l’attività per la politica, io me lo terrei così lo stipendio da consigliere regionale. Con quel che spendo a girare tutta la regione».

Francesco Dotti (Fratelli d’Italia) non esulta all’idea che il premier Matteo Renzi sia intenzionato a tagliare gli stipendi dei consiglieri regionali adeguandoli a quelli dei sindaci.

«Noi siamo in due, la Lombardia la giriamo parecchio - dice -. Gli ottomila euro servono per pagare questi viaggi anche. I rimborsi sono forfettizzati, non abbiamo più neanche il buono pasto, giusto il telefono a tariffe convenzionate bassissime e il treno convenzionato con Trenord. Nient’altro. Le spese quindi ci sono».

Daniela Maroni (lista civica Maroni presidente) dice che i 9mila euro mensili che prende «sono già meno dei 12mila dei miei predecessori. Io lavoro dal lunedì al venerdì, per stare in Regione trascuro la mia famiglia e ormai non mi dedico quasi più alla mia attività. Non dico che me li merito, ma insomma ci sono regioni che fanno molto meno di Regione Lombardia, bisognerebbe partire da lì».

«Mi sembra che Renzi sia deciso, la politica costa troppo e bisogna tagliare - dice Luca Gaffuri (Pd). Per me va anche bene guadagnare come il sindaco (mi pare prenda 6500 euro) d’altronde c’è la crisi per tutti».

«I sindaci di sicuro prendono molto meno dei consiglieri e dei parlamentari - riconosce Alessandro Fermi di Forza Italia-. Un sindaco ha diecimila responsabilità in più. Quindi credo sia giusto abbassare gli stipendi ma si parta dai parlamentari. Noi come Lombardia abbiamo circa metà dello stipendio fisso e l’altra metà come rimborsi forfettizzati. Non abbiamo più i rimborsi ».

«Facciano quello che vogliono - commenta Dario Bianchi (Lega) - Se proprio si devono tagliare gli stipendi inizino dalla Camera dei deputati, però. Dopo vanno alle Regioni.

E anche lì direi di iniziare dal Molise o dall’Abruzzo o dalla Val d’Aosta che hanno gli stessi abitanti della provincia di Como o anche molto meno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA