Covid: nella bozza del Dpcm
c’è il coprifuoco dalle 22 alle 5
In Lombardia rischio negozi chiusi
e stop agli spostamenti

Il testo è ancora provvisorio e al centro della discussione tra governo e Regioni. Le norme in vigore fino al 3 dicembre. Trasporto locale con il 50% della capienza

Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». È quanto si legge in una prima bozza, ancora provvisoria, del Dpcm che il governo discute con le regioni prima del varo. Le norme resteranno in vigore fino al 3 dicembre.

Le «ulteriori misure di contenimento del contagio» nelle Regioni, o in parte di esse, che ricadono nello scenario di rischio 3 o nello scenario di rischio 4 entrano in vigore «con ordinanza adottata dal Ministro della salute d’intesa con il presidente della Regione interessata».È quanto prevede la bozza - provvisoria - del Dpcm che il governo si appresta a discutere con le Regioni.

La verifica del minsitero della Salute dei presupposti che pongono una Regione nello scenario 3 (”elevata gravità e livello di rischio alto”) o nello scenario 4 (”massima gravità e livello di rischio alto”) avviene con «frequenza almeno settimanale». Le ordinanze «sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni e comunque non oltre la data di efficacia del presente decreto», si legge ancora nella bozza.

La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito «un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento»; ciò con esclusione, però, del «trasporto scolastico dedicato».

Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio, tra cui la Lombardia. Lo prevede la bozza del Dpcm all’articolo 1 ter. «Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari». Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l’attività motoria «in prossimità della propria abitazione» e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva «esclusivamente all’aperto e in forma individuale».

Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti.

Limitato in queste zone anche «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

Nelle zone rosse si potrà uscire di casa solo per «comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute», nonché per tutti quegli spostamenti «strettamente necessari» ad accompagnare i bambini a scuola. Lo prevede la bozza del Dpcm consegnata agli enti locali. Il comma 4 dell’articolo 1 ter, alla lettera A, afferma che «è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita» dalle “Regioni o parti di esse» che si trovano nelle zone rosse “nonché all’interno dei medesimi territori». Nelle stesse zone, viene sottolineato da fonti di governo, restano aperte «industrie, artigianato, edilizia e servizi», oltre alle scuole elementari e alla prima media.

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