Cronaca di attese annunciate
Come ti maltratto il testimone

In tribunale la rabbia di un teste. E un 85enne convocato invano per tre volte

È venerdì mattina. Ma è come se fosse un qualunque giorno festivo. Nel salone, vagamente triste, su cui si affacciano le aule del tribunale cambiano le facce. Le storie. Ma non le lamentele dei testimoni. Citiamo il signor Fausto Galimberti di Casnate con Bernate, ma potrebbe essere uno qualunque dei cittadini chiamati a collaborare con la giustizia: «È la prima volta che ho a che fare con il tribunale e spero che sia l’ultima volta. Quasi tre ore di attesa senza notizie per essere congedati senza una spiegazione, un grazie, un saluto». L’uomo, assieme ad alcuni altri testi, si allontana da palazzo di giustizia con sulla testa la spada di Damocle di una possibile nuova convocazione per un’altra udienza.
È un’antica piaga della giustizia lariana - e non solo - il calvario dei testimoni costretti a interminabili attese e, spessissimo, a essere richiamati inutilmente più volte ad aspettare invano il loro turno all’esterno dell’aula. Tarda mattinata di giovedì. La vittima di turno è un 85enne «ex partigiano», fa sapere ai giudici durante lo sfogo di rabbia: «È la terza volta che mi chiamate inutilmente». Sottinteso: sono stufo.

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