Da Pedemontana
multe senza avviso
Subito stangata: 59 euro

Ricorso di un artigiano comasco “martellato” da decine di verbali per mancato pagamento dei pedaggi. Mai ricevuto solleciti: rischia di versare 5mila euro

Dev’essere che tutto fosse già deciso e tutto già in atto quando, a metà agosto, i nuovi vertici di Pedemontana (la società a capo della quale era stato da poco nominato l’ex ministro Roberto Castelli) annunciavano l’intenzione di multare chi non avesse pagato il pedaggio nell’arco dei 15 giorni consentiti.

A sentire la storia dell’artigiano di Maslianico che attende in questi giorni l’esito di un suo ricorso al giudice di pace, la linea dura, quantomeno per alcuni, è già in vigore da un pezzo, nel suo caso addirittura dalla scorsa primavera, cioè da quando le poste gli notificarono in rapida successione trenta raccomandate contenenti altrettanti verbali per un importo variabile tra un minimo di 59,50 euro in caso di pagamento entro i cinque giorni successivi, e un massimo di 169 oltre i 60 (se invece avesse pagato oltre i 5 giorni ed entro i due mesi, avrebbe dovuto versare 100,48 euro). L’aspetto insolito della vicenda - al di là dei 5.070 euro dovuti e dei 60 punti patenti decurtati - è il fatto che, apparentemente, nel bailamme che tuttora regna attorno al sistema di pagamento “Free flow”, esistono pesi e misure diverse.

Sono migliaia, del resto, gli automobilisti privi di telepass che negli ultimi mesi, anni si sono visti recapitare solleciti di pagamento per pochi euro, comunicazioni inviate a mo’ di avviso bonario, innocui promemoria con i quali accedere alle diverse alternative di pagamento e non dovere più nulla. Com’è che allora qualcuno rischia di dover pagare oltre 5mila euro di multe? E soprattutto: non è che chi ha pagato rispondendo a un sollecito rischia comunque di essere multato?

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