Dal Tribunale diffida al Comune
«Non può negarci l’autosilo»

I rappresentanti sindacali dei dipendenti dell’ente scrivono al primo cittadino. «È impossibile smagnetizzare le tessere d’ingresso, fa fede un accordo del 1994»

Sta finendo nell’unico modo in cui poteva finire e cioè, guarda un po’, a colpi di carte bollate. Del resto di questo si parla: di tribunali, di aule di giustizia e di cancellieri, che dopo anni di totale gratuità, dovranno pagare il parcheggio delle loro auto, sistemate all’autosilo di via Auguadri.

Il documento scritto

Per conto di tre dipendenti del palazzo di giustizia (Rita Mariarosa Calì, Mariagrazia Proni e Donatella Boccadamo, rappresentanti sindacali unitarie dei lavoratori di Largo Spallino), l’avvocato Pino Gallo ha indirizzato a Csu e al Comune di Como una diffida scritta richiamando, di nuovo, il contenuto di una convenzione di cui si è a lungo discusso in questi giorni, un accordo siglato addirittura nel 1994 tra il Comune e il Ministero, che all’epoca pagò 23 miliardi di lire circa per l’adeguamento del “palazzaccio” e per la realizzazione di quattro semipiani dell’autosilo in cambio della concessione in uso esclusivo di duecento posti auto: 50 erano destinati ai magistrati, gli altri ai dipendenti.

LEGGETE il servizio completo

su LA PROVINCIA di SABATO 4 GENNAIO 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA