Daverio: abbasso i numeri
La qualità fa la differenza

Grandi mostre, la ricetta del critico milanese: «Como lavori sulla sua identità e sulle sue risorse»
«Mirò? Ottima idea, ma poi non resta nulla. Meglio valorizzare ciò che si possiede»

«Una mostra non si può valutare solo in base al numero di persone che la visitano». Per il critico d’arte Philippe Daverio la valorizzazione delle risorse locali con mostre d’arte ha un’inestimabile effetto benefico sull’identità. E il vero riscontro degli eventi culturali è tutto da riparametrare.
- La mostra in chiave locale è una strada da perseguire?
<In linea di principio, se si riesce a lavorare sull’identità dei luoghi si ottengono grandi vantaggi: si mette in moto un meccanismo di ricerca che può avvalersi anche di momenti di confronto con specialisti che arrivano da fuori; e si genera una benefica voglia di identità. Senza dimenticare le ricadute a lungo termine: se in occasione di una mostra si fa un buon lavoro sul museo Paolo Giovio, la gente poi continua ad andarci>.

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