Deiana è stato ucciso a coltellate

Prime parziali ammissioni da parte di Giuseppe Monti, fermato dalla polizia con l’accusa di omicidio. La vittima avrebbe cenato con i suoi killer prima di essere aggredito. Il corpo sepolto in un fosso

Lo hanno ucciso a coltellate. La stessa sorta che sarebbe toccata a Ernesto Albanese cinque anni dopo. Come nel delitto di Guanzate, anche Salvatore Deiana è stato aggredito e ammazzato con un coltello, da più di un killer. Un’esecuzione spietata che ha seguito una sceneggiatura di violenza e crudeltà che sembra tristemente ricorrente nei delitti compiuti nel Comasco tra il 2008 e oggi e riconducibili ad ambienti vicini alla ’ndrangheta.

Giorno dopo giorno i poliziotti della squadra mobile di Como tratteggiano un quadro sempre più preciso di quanto avvenuto la notte tra il 7 e l’8 marzo 2009 in un locale di Vertemate con Minoprio, un bar che si trovava nella zona della Statale dei Giovi e che ha già cambiato proprietari almeno un paio di volte, da allora. Un’immagine che si fa nitida anche grazie alle prime parziali ammissioni di chi, di quel delitto, è accusato.

Giuseppe Monti, 34 anni di Bregnano, fermato giovedì dai poliziotti con l’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere, avrebbe infatti confessato il suo coinvolgimento nella morte di Salvatore Deiana, 40 anni quando è scomparso nel nulla.

Quella sera la vittima, uscito di carcere solo pochi mesi prima al termine della condanna per il tentato sequestro di persona dell’imprenditore comasco Priante in via Tommaso Grossi a Como, sarebbe andato all’Albert Club. E all’esterno del locale avrebbe incontrato i suoi killer. Di Monti gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità, degli altri presenti al delitto, invece, l’inchiesta è ancora in corso. Si sa però che la vittima e i suoi carnefici avrebbero trascorso il resto della notte in un locale pubblico di Vertemate (non distante dall’Albert, ma sul nome del quale gli inquirenti mantengono il riserbo) dove Deiana e gli assassini avrebbero cenato, bevuto e - probabilmente - anche assunto cocaina assieme.

L’aggressione

Dopo alcune ore di chiacchiere ed eccessi la situazione è precipitata. E, una volta chiuso il locale (che qualche mese dopo quei fatti è stato chiuso per poi essere riaperto solo molto tempo dopo, con un’altra gestione), il quarantenne di Villa Guardia è stato ammazzato. Ucciso con un coltello da cucina, forse preso proprio all’interno del bar .

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