Farina d’insetti nel piatto
Un’idea targata Colverde

Il lariano Gianluca Tettamanti coordina un progetto dell’Insubria

«La mosca diventa cibo per gli animali ma anche per gli uomini»

Ha assaggiato almeno una decina di insetti cucinati in modi diversi e, se non li ha trovati proprio paradisiaci, li ha però giudicati abbordabili come cibi alternativi a quelli più tradizionali per la nostra cultura.

Ora però la sua attenzione è puntata sugli insetti da far mangiare agli animali, trasformati in farine per mangimi per pesci.

Il professor Gianluca Tettamanti, docente di zoologia al dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’università dell’Insubria, comasco di Colverde, è convinto che gli insetti possano essere un’importante fonte alternativa di nutrimento, soprattutto animale, ma anche umano.

Non a caso, Tettamanti ha coordinato un gruppo di ricerca - dell’Insubria, dell’università di Milano e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria di Padova - per un progetto che vuole ricavare farine d’insetto dagli scarti vegetali per nutrire i pesci.

Un’idea, anche un po’ comasca, da applicare all’industria dei mangimi, che si inserisce a pieno titolo nella miriade di iniziative legate al cibo che ruotano attorno all’Expo. «I punti fondamentali di questo progetto sono due - spiega Tettamanti - uno è il desiderio di capire meglio come gestire i rifiuti vegetali dell’ortomercato di Milano; di solito questi rifiuti vanno al compostaggio, invece noi cerchiamo di convertirli in proteine che possano trovare applicazione nella produzione di mangimi; il secondo punto è trovare alternative all’uso di farina di soia nei mangimi ». Resta da capire come gli insetti si collochino in questa idea. «In sostanza - prosegue Tettamanti - si vogliono produrre insetti per ricavare proteine per i mangimi animali. A livello mondiale, infatti, i mangimi sono legati al consumo di farina di soia e trovare alternative è importante.

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