Federalismo alla rovescia:
Roma vuole 9 milioni da Como

E' la somma che l'Amministrazione provinciale deve allo Stato e non si tratta di una restituzione di fondi indebitamente ricevuti: è una quota del prelievo esercitato sui comaschi tramite addizionale Enel, sovrattassa di immatricolazione veicoli e tributo sull'ambiente

Il federalismo fiscale è già in corso. Ma alla rovescia: l’amministrazione provinciale deve allo Stato nove milioni di euro, in questo 2008 e non è una restituzione di fondi indebitamente ricevuti. È una quota del prelievo esercitato sui comaschi, addizionale Enel, sovrattassa di immatricolazione degli autoveicoli, tributo sull’ambiente, unico margine di manovra, multe a parte, consentito all’Ente.
«Stentavo a crederlo: la Provincia in debito con lo Stato», afferma l’assessore provinciale al bilancio, Patrizio Tambini, Forza Italia. Ma è così e finora il meccanismo è passato sotto silenzio, perché attingeva al fondo d’accantonamento, una “riserva” finanziaria che avrebbe potuto rappresentare una boccata d’ossigeno in caso di necessità. Ma il fondo si è esaurito nel 2006 e quando lo Stato ha battuto cassa, all’assessore al bilancio non è rimasto che manifestare sgomento. «Tutto è cominciato dieci anni fa - spiega Tambini - dal sistema che prevedeva fondi erogati dallo Stato alle Province. Allora, la Provincia di Como era in una situazione florida, almeno formalmente. Non aveva autonomia impositiva, ma contava sui fondi di Campione d’Italia e sui fondi dei frontalieri. A un certo punto, lo Stato s’è accorto che avrebbe potuto fare a meno di trasferirci risorse, perché l’Ente aveva entrate tributarie proprie, circa 45 milioni di euro l’anno, pari al 48% del complesso delle entrate correnti, derivanti dai consumi di energia elettrica, nuove auto e tributo per l’ambiente. Non ha considerato che non abbiamo più margini».
Il risultato è che lo Stato  non solo ha tagliato le erogazioni assegnate, ma chiede il supplemento sul gettito locale. Come dire: «Vi ho già lasciato troppo».

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