Figino, accusato di evasione
In realtà stava dormendo

Assolto giovane che nel 2005 si trovava agli arresti domiciliari. Una mattina non aveva aperto ai carabinieri che erano andati a controllare che non fosse uscito, ma è riuscito a dimostrare che era in casa, assopito dai sonniferi

FIGINO SERENZA Nessuna evasione. Se quella mattina il giovane Loris non rispose alle scampanellate dei carabinieri - facendo loro ipotizzare che si fosse allontanato nonostante il regime di detenzione domiciliare - fu solo per l’effetto catatonico di un ansiolitico pesantuccio, ingerito comunque su indicazione del medico curante.
È per questo motivo che in tribunale, a Cantù, il giudice Luca De Matteis ha assolto un ventenne di Figino Serenza dall’accusa di evasione, reato per il quale il Codice penale prevede pene variabili tra i sei mesi e l’anno di carcerazione. Passa la linea prospettata dal suo avvocato Francesca Binaghi, che in aula ha portato anche la mamma dell’imputato, Loris Afeltra, all’epoca - era il 2005 e lui era da poco maggiorenne - "ristretto" in casa per regolare un conto con la giustizia.
Quella mattina, attorno alle 9.30, i carabinieri di Cantù si presentarono al suo domicilio di Figino per verificare che fosse tutto in ordine, cioè che fosse regolarmente "detenuto" tra le mura di casa. Prima suonarono, e lo fecero più volte senza ottenere risposta, poi bussarono ma, nonostante tutto l’impeto profuso, ottennero lo stesso risultato. Silenzio. Così venne denunciato. Ma lui dormiva, letteralmente steso dagli effetti del calmante che la madre gli aveva somministrato la sera precedente. E in tribunale a Cantù è stato assolto.

St. F.

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