Finti vaccini all’hub di Lurate
«Nessun reato del medico»

Colpo di scena nel caso della dottoressa di Olgiate, sospettata di aver simulato la somministrazione del siero. Il pm chiede al giudice di non procedere: «Mancano elementi per sostenere l’accusa»

Colpo di scena nella vicenda che aveva coinvolto la dottoressa di Olgiate Comasco, accusata di aver simulato la somministrazione di vaccini contro il Covid 19 nel corso di una seduta all’hub di Lurate Caccivio il 5 novembre 2021. La Procura di Como, in un atto a firma del pubblico ministero Maria Vittoria Isella, ha chiesto infatti al giudice delle indagini preliminari l’archiviazione di ogni contestazione. Non ci sarebbero infatti elementi utili per sostenere una eventuale accusa e in più le stesse indagini – condotte dai carabinieri della stazione di Appiano Gentile del Nucleo operativo radiomobile di Cantù – avrebbero appurato il contrario, ovvero l’alta plausibilità che i vaccini furono effettivamente somministrati.

Toccherà ora al giudice, in ultima istanza, decidere se accogliere la richiesta di archiviazione oppure disporre un supplemento di indagine.

L’allarme, il 5 novembre scorso, era stato lanciato da una impiegata dell’hub vaccinale addetta all’affiancamento dei medici. Nel corso di una vaccinazione ad una bambina aveva notato un modo anomalo di avvicinarsi alla paziente e di somministrare il vaccino, togliendo cappuccio e ago e iniettando il siero sul batuffolo di cotone. La responsabile dell’Hub, con una scusa (inerente ad alcuni problemi al lotto) aveva fermato il medico e avvisato il responsabile sanitario e, in seguito, i carabinieri.

Da lì sono partite le indagini che, come detto, hanno portato il pubblico ministero a chiedere l’archiviazione del procedimento che era stato aperto con l’ipotesi di reato di falso commesso da un pubblico ufficiale in un atto pubblico. (M. Pev.)

L’articolo completo su La Provincia di mercoledì 2 marzo

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