Giovane di Como
ferito in spiaggia a Riccione
Rischia lesioni permanenti

Non è in pericolo di vita ma rischia comunque lesioni permanenti il giovane residente a Como rimasto coinvolto, lo scorso fine settimana, nella maxi rissa avvenuta sulla spiaggia di Riccione

Non è in pericolo di vita ma rischia comunque lesioni permanenti il giovane residente a Como rimasto coinvolto, lo scorso fine settimana, nella maxi rissa avvenuta sulla spiaggia di Riccione, quando quattro amici comaschi - uno dei quali minorenni - furono affrontati all’arma bianca da quattro stranieri, tutti egiziani. Arsen Ramekai, 18 anni, fu soccorso sul bagnoasciuga con tagli profondissimi al ventre, e salvato per il rotto della cuffia sotto i ferri dei chirurghi dell’ospedale di Rimini. Il decorso post operatorio, ferma restando la riservatezza della prognosi, servirà a “misurare” la concretezza di un rischio di danno permanente che incombe tuttora.

Ieri, intanto, si è appreso che, accogliendo un’istanza dell’avvocato comasco Giuseppe Sassi, il tribunale di Rimini ha acconsentito una attenuazione della misura cautelare applicata inizialmente a tutti i coinvolti (escluso il minorenne) con l’accusa di rissa aggravata. Dal carcere sono usciti gli altri due comaschi entrambi di 18 anni, uno di Faloppio, e l’altro di Cadorago. Il giudice ha concesso loro di poter attendere agli arresti domiciliari l’esito dell’inchiesta. Un’inchiesta che, va detto, confluirà quasi certamente in una contestazione di tentato omicidio, quantomeno vista la gravità delle lesioni rimediate da Ramekai. Il problema è quello di stabilire con quanta maggiore certezza possibile, chi tra i quattro egiziani arrestati nel corso della notte abbia brandito il coltello scagliandosi contro il quartetto di amici comaschi, partito alla volta della Riviera il sabato pomeriggio, con l’obiettivo di poter assistere al concerto organizzato da Radiodeejay per quella stessa sera. Secondo il loro resoconto, i quattro egiziani gli si erano avvicinati sulla spiaggia, li avevano aggrediti verbalmente, salvo poi passare dalle parole ai fatti. L’indagine chiarirà meglio i dettagli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA