Gli affari vanno male
chiude la bancarella del pane

Era stata precettata dal sindaco per rispondere alla carenza di negozi ma i clienti si sono dimezzati <perchè vendere il pane all'aperto è impossibile>, dice la titolare

Cavallasca Gli affari vanno male, il banchetto del pane leva le tende. Chi vuole ancora pagnotte e sfilatini senza andarseli a prendere può prenotarli (031-4479257- 031-949341)per farseli portare a domicilio. Più di così non si può fare. «Oggi è l'ultimo giorno di lavoro. Grazie e arrivederci».
Sono passati solo cinque mesi che però sono bastati a Tina Segreto per capire che così non si va da nessuna parte.
La lettera
La prestinaia della piazza del Comune di Cavallasca, precettata dal sindaco quando il paesè resto senza neanche un panificio o un negozio di alimentari, ha consegnato una lettera a tutti i suoi clienti che in aprile erano 80 e adesso si sono ridotti a 40 (quando va bene) o addirittura 30 (nei giorni storti). Nella lettera si dice che il pane all’aperto proprio non si può vendere perché «se fa caldo diventa molle, se piove diventa umido, se c’è vento, diventa secco e i clienti si lamentano».
GLI AUMENTI
I clienti se ne sono andati per due motivi perché il pane al sapor di pioggia non piace a nessuno e perché c’è pure chi ha trovato da ridire sul prezzo.
«Mi hanno detto che negli ipermercati si trova a 2 euro e 50 e da noi a 3 e 6.0 - scrive la panettiera nella lettera -. Ma non hanno tenuto conto della benzina spesa per raggiungere questi centri. Oltretutto, come si sa, nel mondo commerciale è un modo per attirare i cliente che poi acquisterà altri prodotti sui cui c’è un ricarico maggiore per cui se uno perde sul pane guadagna su altri articoli». La Segreto risponde pure a tutti gli allarmi sul caro pane e il caro pasta: «Noi vendiamo solo pane e le farine si sono quasi raddoppiate anche se poi l’associazione consumatori questo non lo dice additandoci come criminali dicendo che abbiamo aumentato il pane del 12 per cento. In due anni noi non lo abbiamo aumentato e come voi clienti an che noi facciamo i salti mortali per arrivare alla fine del mese perché non viviamo di solo pane e tutto è aumentato».
La pioggia ha peggiorato tutto.Due acquazzoni improvvisi e tutto il pane della bancarella era da buttare. Ora che arriva l’inverno, l’esperienza del pane in piazza si chiude. «Chi vuole può averlo a domicilio».
<Ho letto la lettera ma non posso offrire alla signora un posto dove vendere il pane in Comune - replica il sindaco Paolo Russo -. A parte che arriverebbe subito l’Asl a fare i controlli, ma poi se la do a lei, domani arriva quello che vende le bistecche e via discorrendo. Quel che posso fare, se la signora Segreto me lo chiederà, è di provare a cercare chi è disponibile ad affittare, magari la parte rimanente dell’ex panificio Martini che non è stata presa dal centro estetico per allargarsi. È il massimo che posso fare, spero basti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA