Gli arrestati scelgono il silenzio
E chi parla dice: «Innocente»

’Ndrangheta, dopo l’operazione dei carabinieri

La maggior parte degli arrestati nel blitz compiuto martedì mattina all’alba dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia scelgono la via del silenzio. Di fronte al giudice delle indagini preliminari che tra mercoledì, ieri e oggi sta interrogando i vari destinatari delle custodie cautelari della Dda gli indagati si avvalgono della facoltà di non rispondere. Molti, ma non tutti. Chi ha scelto di rispondere alle domande del magistrato, per negare ogni addebito e assicurare che con quelle accuse non c’entra nulla, c’è - ad esempio- Andrea Scordo, ufficialmente residente ad Africo ma di fatto domiciliato nel canturino. L’uomo, 32 anni, è in cella perché accusato di aver preso parte, in un paio di occasioni, delle presunte tentate estorsioni compiute dal gruppo di Morabito ai danni dei locali pubblici attorno a piazza Garibaldi a Cantù. Scordo ha negato ogni addebito sostenendo di non essere mai stato presente agli episodi contestati dagli inquirenti.

Su La Provincia di venerdì quattro pagine sull’inchiesta con testimonianze e interventi

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