Il declino di Sant’Ambrogio
Da museo a covo per i piccioni

Cantù, pluviali anneriti, persiane attaccate con il filo di ferro, scritte, umidità e ruggine. Eppure il gioiello barocco era stato salvato dalla giunta Sala tra il 2002 e il 2010

Era stato restaurato con il vincolo di destinarlo a museo della città. Ma ora sembra ancora destinato a un vergognoso declino.

Si parla di Sant’Ambrogio, gioiello barocco salvato dal probabile crollo grazie a un intervento dell’architetto Marco Dezzi Bardeschi e a un finanziamento regionale che ne aveva permesso la salvaguardia e la messa in sicurezza.

In un primo momento, all’epoca della prima giunta Tiziana Sala, tra il 2002 e il 2007, si era deciso di collocare in questa sede un museo delle tradizioni popolar In seguito la seconda giunta Sala, tra il 2007 e il 2012, lo aveva ufficialmente destinato a sede del museo cittadino.

Due anni fa la nuova amministrazione di “Lavori in corso” aveva però fatto i conti con un progetto ancora incompiuto e di cui non di vedeva ancora la possibile conclusione.

L’assessore alla Cultura Francesco Pavesi esprime al riguardo le sue perplessità: «Così come lo abbiamo potuto finora vedere il restauro dell’edificio da parte di Dezzi Bardeschi non sembra molto adatto alla realizzazione di un Museo cittadino».

«Ora lo stato di degrado sta continuando ad aumentare ed è sotto gli occhi di tutti. Pluviali che anneriscono la facciata ad est, infestata ancora dai piccioni – denuncia l’ex assessore Maria Casati - Infissi e persiane attaccate con il fil di ferro che rischiano di cadere sulle auto parcheggiate all’esterno. E poi ancora scritte e murales. Umidità e accenni di vegetazione sotto ai tetti. Per non parlare delle recinzioni arrugginite, delle staccionate di legno al posto delle scale, dei manufatti aggiunti da Dezzi Bardeschi in mattone che cominciano a imbiancarsi».

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