Il forno di Merone si spegne

Ma non la speranza

I sindacati: «Abbiamo due anni per immaginare un futuro diverso». Da settembre alla Holcim cassa a rotazione per 160

Si spegne il forno. Non i timori, che convivono con la speranza.

«Abbiamo due anni di tempo per immaginare un futuro diverso per quest’area». A dirlo, a chiare lettere, è il segretario provinciale della Cgil, Alessandro Tarpini che, «preoccupato per la progressiva desertificazione industriale» dell’area Erbese, ritiene che, prima di ogni altra cosa, si debba lavorare affinché «l’area Holcim non diventi per Merone quello che la Ticosa ha rappresentato per la città di Como».

I timori, del resto, sono evidenti. Da una parte, la riorganizzazione ipotizzata a inizio anno da Holcim Italia con l’indicazione di 160 esuberi all’interno delle storica cementeria avrà inizio a settembre.

Da quel momento in poi scatterà la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori coinvolti: una parte dei quali, peraltro, finirà per stare a casa con il meccanismo dell’ammortizzatore a zero ore.

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