Il giorno dopo una sola certezza
Quel disastro ha colpe precise

Rabbia e incredulità Nella notte e durante tutta la giornata sono proseguiti i lavori di sgombero Fuori pericolo tutti i feriti: prognosi di 90 giorni per il camionista e per la donna “precipitata”

Dolore, rabbia e incredulità. Sono questi i sentimenti che si respiravano ieri tra i lecchesi, il giorno dopo la tragedia che ha dell’incredibile con il ponte di Annone sulla Superstrada 36 che si è abbattuto sulle auto, causando un morto e quattro feriti.

Il dolore è quello dei familiari di Claudio Bertini, 68 anni, la moglie Augusta e la figlia Valeria: al lutto per la perdita del loro caro si aggiunge la dinamica assurda di quanto accaduto.

E su questo punto, fermo restando l’inchiesta aperta dalla magistratura di Lecco per omicidio e disastro colposi, c’è anche il continuo rimpallo di responsabilità e di ricostruzione dei fatti da parte di Anas e della Provincia di Lecco.

Il presidente dell’amministrazione provinciale Fabio Polano smentisce le ricostruzioni effettuate dai comunicati stampa dell’Anas: «con una tempistica quasi cronometrica addossano le responsabilità alla Provincia di Lecco, rispetto a una sequenza di fatti e circostanze che saranno chiariti dalle inchieste aperte, le quali stabiliranno le responsabilità».

Da parte sua Anas, oltre ad aver divulgato il video con le terribili immagini del crollo del ponte, in una nota ha specificato come: «il camion aveva una portata di circa 108 tonnellate, superiore a quella ordinaria, e non era stato autorizzato da Anas».

Nel corso della notte e per tutta la giornata di ieri sono proseguiti i lavori di messa in sicurezza della Super interessati dal crollo: il ponte è stato sezionato e anche l’auto, l’Audi bianca su cui si trovava Bertini, è stata rimossa.

Il lavoro dei vigili del fuoco e degli operai è incessante ma poter ipotizzare la riapertura della Super al traffico è ancora difficile: l’ipotesi più probabile è che possa avvenire non prima della giornata di domani (più probabile martedì).

Giuseppe Ferrara capo compartimento di Anas per la Lombardia, ieri ha chiarito come: «Dobbiamo ancora rimuovere tutti i detriti e le parti pericolanti del ponte. Poi dobbiamo attendere che dalla Procura dissequestrino l’area. Solo in seguito avremo modo di ripulire tutto, rimuovere il vecchio asfalto danneggiato, stendere quello nuovo e sistemare le protezione».

Il procuratore capo di Lecco, Antonio Chiappani ieri ha affidato al pm Nicola Preteroti l’inchiesta, per ora contro ignoti, per i reati di omicidio e disastro colposi. I magistrati hanno incaricato alcuni ingegneri civili di effettuare il sopralluogo: in queste ore verrà tutto fotografato e repertato, elementi utili all’indagine che è stata affidata alla polizia.

Anche ieri il traffico è stato difficoltoso per tutta la giornata nella zona della Brianza lecchese: la Super è chiusa in direzione nord verso Lecco con uscita obbligatoria a Nibionno e in direzione sud per Milano a Suello Como Erba. Risultato: il traffico è rimasto fermo lungo la Como Lecco in zona Pusiano, con incolonnamenti anche all’interno del nuovo tunnel. Una situazione che si è aggravata anche in considerazione del periodo festivo, con tanti turisti che avevano come meta la Valtellina e l’alto lago. Solo la riapertura della Super potrà permettere al traffico di ritornare alla normalità.

All’ospedale Manzoni di Lecco

Tra le poche notizie positive di questa vicenda tragica e dai risvolti assurdi, quella che il bilancio dei feriti non era particolarmente grave: nessuna delle persone coinvolte era infatti giudicata in pericolo di vita.

Dall’ospedale Manzoni sono infatti giunte le prognosi: il camionista, Vasile Ciorei, 37 anni, ha riportato un serio trauma toracico ed è stato giudicato guaribile con una prognosi di 90 giorni. Stessa prognosi per Elena Femiano, la donna che si trovava a bordo della Golf Plus condotta dal marito Gaetano Femiano (uscito illeso) che si trovava sul ponte che ha ceduto. Non è in giudicata in gravi condizioni anche la loro figlia di 12 anni, ricoverata in pediatria.

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