Il marito di Francesca
«Non eravamo in crisi»

Alessandro Secchi racconta gli ultimi giorni con la moglie prima della scomparsa - L’appello per il telefonino: «Se qualcuno lo ha trovato si faccia vivo senza problemi»

«Non eravamo mai entrati nell’argomento, domenica è uscita quella frase “non so se provo ancora qualcosa per te”, ma era una frase detta così e da qui a definirci coppia in crisi ne passa: non abbiamo mai avuto problemi nel nostro rapporto e Francesca è sempre stata serena. Poco importa, è importante che torni a casa, soprattutto da sua figlia».

Alessandro Secchi, marito di Francesca Tarca, la donna di 33 anni sparita da Mello, di quella discussione dove era spuntata la parola separazione avuta con la moglie domenica 27 ottobre ne aveva parlato ai carabinieri denunciando la scomparsa della moglie con la quale è sposato da cinque anni. Poi ne ha dato conferma nell’intervista che è andata in onda nella trasmissione di Retequattro “Quarto grado”. «Era una cosa campata in aria, quella della separazione: abbiamo parlato domenica scorsa, ma non c’era niente di sicuro. Ha detto “non so se provo ancora qualcosa per te”» ha detto Alessandro che a quel diverbio con la moglie ha dato il peso di una divergenza che fa parte della normale convivenza fra due coniugi . Sebbene i due che hanno una figlia di tre anni, non avessero l’abitudine di litigare. Forse quella discussione potrebbe avere pesato sulla donna che, allora, potrebbe essersi allontanata volontariamente da casa.

«Francesca non ha mai dato segni di insofferenza o malessere – dice Alessandro – non è mai stata una che si chiude a riccio o particolarmente fragile o soggetta a colpi testa . Non so cosa le sia preso, non riesco a spiegarmi questa assenza prolungata».

E aggiunge: « fatico a credere che stia leggendo o ascoltando i nostri appelli, ho la sensazione che si sia isolata dal mondo e abbia chiuso la porta nella sua partenza precipitosa ». Una fuga che in base agli ultimi dati certi finisce a Gravedona, dove gli amici hanno ritrovato la Fiat Punto della donna il 28 ottobre scorso. «Non so perché sia arrivata sino a Gravedona, potrebbe essere un posto come un altro – ancora il marito – però è anche vero che Gravedona la conosceva meglio di altri luoghi per via di numerosi spostamenti che ha fatto verso l’ospedale dove è stato ricoverato un suo familiare».

E proprio a Gravedona e nell’Alto Lario da oltre dieci giorni sono concentrate le indagini, le spedizioni degli amici di Francesca e degli abitanti di Mello . Sulle sponde comasche del lago si sono diffuse anche voci, molte delle quali non attendibili.

«Come le dicerie che la vorrebbero in una baita a Garzeno – continua Alessandro - si è parlato di lei con un uomo, un ex fidanzato. Francesca molto giovane ha avuto un moroso in quella zona, ma la storia di loro insieme adesso è fasulla. E non lo dico io: ogni segnalazione che ci arriva viene riferita ai carabinieri che immediatamente ne verificano la veridicità ». Fra gli avvistamenti iquello riferito da Fausto Bruni, parrucchiere di Aregno, che avrebbe notato la donna nel paese del Comasco. «L’abbiamo sentito, così come le forze dell’ordine, spiace solo che non l’abbia fermata quando l’ha vista». Alessandro spera anche di avere notizie sul telefono della moglie. L’ultima volta i segnali del telefonino sono stati rintracciati nell’area di Gravedona. Poi il silenzio. «Per questo scongiuro chi avesse trovato un telefono come quello di mia moglie in zona Gravedona/Dongo/Garzeno e dintorni di portalo gentilmente ai carabinieri di Gravedona o ci chiami. Il telefono poi lo regalo, ma è importante che prima venga visionato dai pubblici ufficiali».

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