Il parco affida la cura del Lambro
Alle associazioni comasche e brianzole

Firmata la convenzione con le protezioni civili Alta Brianza, Arosio-Inverigo, Lurago d’Erba per il monitoraggio del fiume, la rimozione e l’abbattimento di alberi pericolanti o malati

Il parco della Valle del Lambro ha firmato con 11 associazioni comasche e brianzole la convenzione per la manutenzione ordinaria del fiume valevole per tutto il 2016. A siglare l’accordo sono state le Protezioni Civili dell’Alta Brianza (che si occuperanno del tratto che va dal ponte Stallo alla traversa Baggero oltre al parte nel territorio del comune di Lambrugo), Arosio-Inverigo (dal ponte della Como-Bergamo fino alla Fornacette), Briosco (continuando verso sud fino a Peregallo e sulla riva sinistra fino a Resiga), Verano Brianza (la sponda destra compresa dalla Cartiera di Briosco ad Agliate), Carate Brianza (dal ponte di Agliate al confine nord di Triuggio: a Carate sul lato sinistro e ad Albiate sul lato destro), Triuggio (la ponda destra da Ponte Albiate fino alla confluenza con il Rio Cantalupo), Macherio-Sovico (dal ponte di Canonica a quello di Peregallo) e Biassono (da Peregallo all’ingresso del Parco di Monza), oltre alla Val di Lurago D’Erba (dalla traversa Baggero al ponte della Rogolea), e le associazioni degli Amici della Natura di Triuggio (da Rancate a Ponte Albiate e confluenza del Rio Cantalupo fino a ponte Canonica e sponda sinistra) e Amici del Lambro di Sovico (da Ponte Albiate fino a Ponte Canonica su sponda destra). Le associazioni si impegnano a eseguire un minimo di 12 ispezioni e un minimo di 6 interventi all’anno. A tutte le associazioni verrà dato dal Parco Valle Lambro un contributo, per il lavoro svolto, che ammonta complessivamente a 31.500 euro. «Questo importante legame che negli anni si è creato e che lega a filo doppio il parco e le associazioni del territorio, testimonia l’importante lavoro che quotidianamente viene fatto dai volontari - ha detto il presidente del parco, eleonora Frigerio - Un’iniziativa questa, così preziosa e innovativa da essere integralmente ripresa dalla nuova legge della Regione in materia di difesa del suolo, quale esempio di “buona pratica” da esportare in tutta la Lombardia».

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