Impronte nella neve. «L’orso è ritornato
Forse è in Valmalenco»

Castione: le tracce trovate vicino alla baita dell’Ortica e fino alla bocchetta del Valdone dall’assessore Morella.

Ha camminato indisturbato sulle montagne di Castione per raggiungere, con ogni probabilità, la Valmalenco. Ma del suo passaggio, l’orso, ha lasciato tracce inequivocabili. Delle orme impresse nel bianco della neve, che non sono sfuggite all’occhio attento di chi è abituato ad andar per boschi.

Ad avvistare l’altro giorno il plantigrado che è ritornato a farsi vivo in Valtellina, è stato Dario Morella, assessore all’Agricoltura e al Territorio del Comune di Castione, che stava, insieme al figlio Enrico andando a caccia, passione che li accomuna. «Sono appassionato di montagna e della natura in ogni sua espressione» premette Morella, sottolineando come «essere un cacciatore non significhi non amare il territorio. Anche un cacciatore è attento e rispettoso dell’ambiente e di chi vi abita». Tant’è: «Ero con mio figlio a caccia e stavamo camminando, quando ci siamo imbattuti nelle orme dell’orso, chiaramente visibili, impresse nella neve».

L’avvistamento è avvenuto per la precisione «vicino alla baita dell’Ortica e sono proseguite sino alla bocchetta del Valdone. Con ogni probabilità, considerando le tracce, l’orso deve aver poi scollinato ed essere andato verso la Valmalenco».

Il “tour” ha interessato un’area situata a circa 1.700 metri di quota, dove si trova la baita, sino ad oltrepassare i 2.000 metri. Ridisceso a valle, Morella ha contattato a Palazzo Muzio il corpo di Polizia provinciale che ha mandato sul posto degli agenti, che hanno confermato essere orme di orso (a lato due immagini scattate dal guardiacaccia Ivo Naritelli, quella con l’accendino dà una chiara idea delle dimensioni dell’impronta). Non è la prima volta che Morella si ritrova sulle tracce dell’orso. Era già successo cinque anni fa. Nel marzo del 2011. E anche in quell’occasione al suo fianco c’era il figlio Enrico: «Mi ricordo perfettamente, eravamo alla ricerca di corna di cervo, essendo proprio quello il periodo in cui, come sanno gli appassionati, gli ungulati perdono le perdono. Ma in quel caso l’avvistamento avvenne in località Piastorba, ironia della sorte, nel maggengo “I Ursi”. Curioso il fatto che l’orso fosse passato proprio in quell’area, che da secoli è denominata con questo nome. Evidentemente nell’antichità era frequentata da orsi».

Ritornando all’avvistamento dell’altro giorno, al momento, almeno così pare, non si conosce l’origine del plantigrado che ha scelto le montagne di Castione per le sue escursioni. Anche perché sembra non essere munito di radiocollare. Altrettanto difficile ipotizzare dove si sia esattamente diretto. Le esperienze passate hanno dato prova di quanto frequentemente e con rapidità si muovano gli orsi. Basti pensare a M13 e M25, che attraverso il proprio radiocollare facevano segnalare percorsi di circa venti chilometri al giorno e si facevano vedere anche in zone abitate. Sul territorio provinciale l’ultimo avvistamento risaliva alla primavera scorsa. Ad aprile, quando l’orso fu segnalato in Valchiavenna, in Val dei Ratti. Due persone avvistarono un esemplare nella zona dell’alpe Nava, a 1.300 metri di quota.

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